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Coronavirus, l’epidemia sta avendo un forte impatto economico sulle micro e piccole imprese del Piceno. Per avere un’idea chiara di come si sta affrontando la situazione, la Cna ha promosso un’indagine volta a valutare le principali difficoltà registrate nelle ultime settimane. Dai dati raccolti tramite interviste, emerge che il 72,4% degli imprenditori piceni ha già registrato effetti diretti sulla propria attività e il 53,1% stima che l’emergenza sanitaria in corso avrà un impatto negativo sui risultati economici del 2020 con una contrazione marcata dei ricavi. 

Di contro, la Confartigianato ha realizzato un’indagine conoscitiva e contattato i propri associati per recepire gli effetti immediati avuti dalle imprese e le ripercussioni sulle attività economiche anche nel breve periodo. Anche qui, emerge un generale stato di rallentamento delle attività, in primis per quanto riguarda gli approvvigionamenti sia per i clienti in filiera sia per i consumatori finali.

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Coronavirus, l’indagine della Cna

Secondo l’analisi della Cna, la diffusione del coronavirus innescherà un rallentamento dell’attività economica su scala globale che non escluderà l’Italia e il Piceno. “Le micro e piccole imprese appaiono particolarmente esposte rispetto agli eventi anche perché la loro capacità di resistere alla flessione della domanda potrebbe esaurirsi nel giro di poco tempo se, in attesa di una normalizzazione della situazione, non verranno poste in essere adeguate misure di sostegno da parte del Governo”, dichiarano dalla Cna ascolana. 

L’indagine nazionale effettuata è articolata in un numero ristretto di domande volte a valutare quattro fattori: gli effetti diretti sull’attività delle imprese derivanti dalla vicenda coronavirus, l’impatto stimato sui risultati economici nel 2020, le misure che, a livello aziendale, saranno poste in essere per fronteggiare l’emergenza e le eventuali ripercussioni sulla presenza in azienda dei lavoratori.

L’indagine ha raccolto in tutta Italia 6.327 risposte, dato sintomatico del fatto che il tema coronavirus è al centro delle preoccupazioni delle micro e piccole imprese e degli artigiani. Fra gli intervistati dalla Cna oltre 300 sono imprenditori artigiani del Piceno.

Il 72,4% dichiara che sta registrando effetti diretti sulla propria attività legati alla vicenda coronavirus ed in particolare per ciò che concerne l’andamento della domanda, i rapporti con i fornitori, cancellazione di appuntamenti e problemi logistici. I settori più esposti sono quelli del trasporto passeggeri e quello turistico: rispettivamente il 98,9% e il 89,9% delle imprese registra difficoltà causate dall’emergenza sanitaria in corso. Gli altri settori economici non sono comunque esenti da problematiche derivanti dall’emergenza sanitaria: il 78,8% degli operatori del settore agroalimentare dichiara di incontrare difficoltà dovute al parziale o totale arresto dell’attività di produzione o al mancato recapito di merce già acquistate.

Complessivamente, il 53,1% delle imprese stima per il 2020 una contrazione dei ricavi che, invece, potrebbe interessare oltre il 70% dei settori del trasporto passeggeri e turistico. Negli altri settori le perdite stimate sembrano più contenute. Circa il 30% delle imprese dei servizi ha adottato forme di lavoro da casa per consentire ai propri dipendenti di limitare gli spostamenti e quindi l’esposizione al contagio.

Nel caso in cui lo stato di emergenza dovesse perdurare, le micro e piccole imprese potrebbero aver bisogno di ricorrere tempestivamente agli ammortizzatori sociali a favore dei dipendenti. Questa richiesta giunge dal 67,9% del totale degli intervistati.

Coronavirus, le stime di Confartigianato

Per rilevare le possibili criticità dei singoli comparti, Confartigianato ha effettuato un’altra indagine, raccogliendo centinaia di risposte dalle aziende associate delle province di Macerata, Ascoli e Fermo.

Le aziende che hanno rapporti con l’estero hanno disagi già da qualche settimana, aumentati negli ultimi giorni. In generale, tra i settori che sono attualmente più in difficoltà, troviamo, oltre all’autotrasporto che rileva numerosi ritardi di consegna per le merci in transito nei comuni lombardi della zona rossa, quello del pubblico esercizio, come bar, pub, pizzerie, ristoranti. Preoccupante il calo del fatturato registrato nel collegato settore dell’alimentazione, per via della riduzione degli ordinativi. Male il settore turistico: le agenzie di viaggio devono gestire continue disdette e far fronte alle mancate prenotazioni per la prossima stagione estiva ormai alle porte; prospettano un 2020 in forte crisi anche le strutture recettive.

Anche dall’indagine della Confartigianato è emerso che molte aziende sono convinte che, se la situazione non dovesse migliorare, saranno costrette a ricorrere ad ammortizzatori sociali per far fronte alla gestione del personale dipendente.

“Attraverso la Confederazione nazionale stiamo affrontando con il Ministro dello Sviluppo economico e il Ministro del lavoro i temi principali relativi a esigenze e ripercussioni sul sistema produttivo, mettendo sul tavolo alcune richieste per noi fondamentali: dalla definizione di un adeguato livello di priorità all’emergenza sanitaria per evitare la diffusione non controllabile e non gestibile dell’infezione e al contrasto degli effetti negativi per l’immagine del Paese e del nostro made in Italy. Confartigianato ha chiesto inoltre un’adeguata valutazione dei danni diretti e indiretti prodotti dall’emergenza, la proroga delle scadenze di ogni tipo, incluse quelle dei bandi pubblici e la garanzia di un’adeguata sorveglianza sui prezzi per evitare manovre speculative”,  ha commentato il Segretario Generale Giorgio Menichelli.

Settore turistico: crollo delle prenotazioni

Il settore turistico è il più colpito dall’emergenza coronavirus che ha causato tra l’80% e il 100% delle cancellazioni di viaggi e pernottamenti. In questo senso particolarmente negativa è stata la decisione di annullare tutte le gite scolastiche fino a fine maggio unica fonte di lavoro per diversi tour operator. In alcuni casi le imprese hanno reagito mettendo in ferie tutto il personale ma la profondità degli effetti sui risultati economici di queste attività sta generando difficoltà nei pagamenti di affitti e mutui delle strutture ricettive e del personale. C’è anche il caso di chi si è trovato costretto a non rinnovare i contratti in essere per mancanza di lavoro.

Trasporti: limitazioni sanitarie e infrastrutture deboli

All’interno del settore del trasporto merci la maggior parte delle imprese intervistate dichiara di aver incontrato disagi dovuti all’allungamento dei tempi di carico e scarico. L’eccessiva burocrazia richiesta per la produzione di documentazione atti a certificare il buono stato di salute e i controlli della temperatura dei conducenti che entrano in azienda hanno provocato una dilatazione dei tempi di consegna delle merci. In più, in molte tratte i tempi di percorrenza sono aumentati a causa di deviazioni dovute alla chiusura di strade che si trovano nelle zone rosse.

Quello del trasporto persone, insieme al settore turistico, è senza dubbio quello che sta subendo il maggior numero di disdette dovute anche alle disposizioni adottate da alcuni Paesi che stanno vietando l’ingresso di italiani nel proprio territorio. Le imprese del trasporto autobus sono colpite anche dalla riduzione delle corse del trasporto pubblico urbano e dei servizi di scuolabus.

Manifattura meccanica: difficoltà per ordini e apprivvigionamenti

L’arresto della produzione in questo settore è legato prevalentemente a problemi logistici. Sono innumerevoli i casi di ritardi nella consegna di merci da e verso l’estero, generando anche problemi di congestione nei magazzini dove i prodotti si accumulano perché non vengono ritirati. Essendo questo un settore ben integrato all’interno delle filiere produttive molte imprese, anche lontane dalle aree del contagio, hanno difficoltà a reperire i semilavorati perché prodotti da imprese che si trovano nelle zone rosse. Nella manifattura, soprattutto quella meccanica, le imprese presentano una dimensione superiore alla media e per questo sono anche quelle più esposte ai problemi legati alla gestione del personale. Le assenze tra i dipendenti sono dovute il più delle volte alla necessità di rimanere in casa con i figli a causa della chiusura delle scuole.

Moda: ordini e fiere sospesi

L’attività delle imprese della moda risulta in forte riduzione e le perdite stimate superano il 15%. La causa principale è la cancellazione degli appuntamenti fieristici. Queste imprese hanno già sostenuto i costi per viaggi, poi annullato, facendo venire meno la possibilità di incontrare la clientela e stipulare contratti. In alcuni casi si parla di “annullamento della collezione estiva per 2020”. Ai problemi di esposizione dei campionari si aggiungono anche quelli dovuti al crollo degli ordini per timore di un peggioramento della situazione e per la chiusura delle frontiere.

Servizi alla persona: domanda in calo

Questo è un settore che richiede il contatto ravvicinato con la clientela e la diffidenza crescente da parte degli utenti ha portato ad innumerevoli cancellazioni, in particolare per quel che riguarda l’estetica e la parrucchieria. Non mancano difficoltà legate al mancato recapito dei prodotti o alla sospensione degli appuntamenti con i rappresentanti. Molto avvertita dagli operatori è anche la difficoltà nel reperire presidi sanitari adeguati a svolgere il proprio lavoro perché esauriti presso i fornitori abituali.

Agroalimentare: contrazione della domanda

La contrazione della domanda ha portato le imprese a ridurre l’attività o a chiuderla per qualche giorno. Si riscontrano soprattutto cancellazioni delle visite degli agenti in azienda e sospensione di tutte le trattative commerciali. Anche nell’agroalimentare lo slittamento degli appuntamenti fieristici sta provocando problemi. 

Costruzioni: sospensione dei lavori

Le imprese del settore denunciano uno spostamento dell’inizio dei lavori a data da destinarsi e l’impossibilità di accedere ai cantieri siti nelle zone rosse o limitrofe. La sospensione di sopralluoghi e di preventivi a causa di una eccessiva diffidenza delle persone ad accogliere in casa il personale delle ditte. Infine in questo settore, nel quale operano molte imprese di allestimento di appuntamenti fieristici ed espositivi, la cancellazione degli stessi ha provocato un considerevole ammanco nei ricavi di questo periodo.

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