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Per tutti i locatari che intendono chiedere una riduzione del pagamento dell’immobile vista l’emergenza Coronavirus, al momento  non c’è nessuna norma di legge  che riconosce un diritto per gli inquilini o un obbligo per i proprietari di rivedere l’ammontare del canone.

Nessuna agevolazione quindi  per i pensionati nè per tutti coloro che hanno lasciato la casa nella sede di lavoro o che effettuano smart working altrove ma c’è la possibilità per coloro che non sono più in grado di pagare l’affitto avendo perso il reddito, di chiedere al proprietario  la disdetta per giusta causa o la riduzione del canone.

Coronavirus, cosa fare per ottenere la riduzione dell’affitto 

Per dare un sostegno agli italiani che devono fare i conti con gli effetti economici dell’emergenza Coronavirus, c’è  la possibilità di richiedere la riduzione dell’affitto sfruttando il Modello 69, e di usufruire di una modalità agevolata per registrare l’accordo tra inquilini e proprietari su uno sconto temporaneo del canone di locazione.

L’accordo deve essere  registrato entro 30 giorni e il modello deve essere compilato in ogni sua parte. Dovranno essere indicati:

  • i riferimenti del contratto di locazione sottoscritto,
  • i dati completi del locatore e dell’inquilino,
  • il canone annuale inizialmente stabilito,
  • il canone annuale ridotto sul quale è stato raggiunto un accordo,
  • il numero di mesi in cui si prevede che il canone mensile sia ridotto rispetto a quanto indicato nel contratto di affitto originale,
  • la data di stesura dell’atto.

 La riduzione è ammessa per tutti i contratti di locazione, sia per quelli ad uso abitativo sia per quelli ad uso commerciale, indipendentemente dalla categoria catastale, degli importi o dalla veste giuridica delle parti.

L’accordo potrebbe prevedere la riduzione del canone solo per alcuni mesi per poi ripartire come prima a partire da una certa data o una vera e propria sospensione temporanea o una diversa rateazione degli importi oppure una riduzione definitiva del canone.

Come fare per accordarsi con il proprietario

Occorre un accordo in forma scritta, da registrare all’Agenzia delle Entrate, senza spese ne bolli entro 30 giorni via mail all’Ufficio tributario, il quale provvederà a registrarlo.

Quindi, per esempio se il contratto iniziale prevedeva un canone mensile di  800 euro, pari a 9.600 euro per l’anno 2020, e il locatore accetta una riduzione a 500 euro al mese per sei mesi, il nuovo canone annuo da comunicare all’Agenzia sarà pari a 7.800 euro per il 2020 (800 euro per sei mesi, più 500 per gli altri sei).

 In seguito alla chiusura degli uffici c’è  la possibilità di inviare i documenti via mail o comunque attendere il mese di Giugno perché anche per questi atti  i termini sono sospesi. L’invio dei documenti, il modello 69 e l’atto con cui viene fatto l’accordo, deve essere fatto, inviando il tutto allo stesso ufficio dell’Agenzia delle Entrate che ha registrato il contratto di locazione.  È anche possibile contattare l’Agenzia al numero verde 800.90.96.96 per chiedere informazioni su tutti gli indirizzi degli uffici.

Nel caso in cui il proprietario non ammetta tale riduzione,chi non può pagare  o non vuole lasciare l’immobile potrà rivolgersi alle associazioni degli inquilini.

Gli inquilini di locali commerciali si possono rivolgere alle associazioni di categoria, che hanno attivato a questo scopo servizi di assistenza ad hoc. Oppure è possibile contattare gli organismi di mediazione, in quanto la mediazione è ammessa anche per questi casi.

Come funziona per gli affitti degli studenti fuori sede

Non c’è nessuna agevolazione per chi studia fuori sede e sta passando questi giorni con la propria famiglia.Può chiedere però una riduzione lo studente che pagava l’affitto con il suo lavoro e lo ha perso oppure il genitore che ha perso il lavoro e tiene il figlio a carico. Il fatto di lasciare la casa vuota non ha importanza, dato che il canone è dovuto anche se non si usa l’appartamento.
Possono invece chiedere la sospensione del pagamento gli studenti Erasmus richiamati nel loro Paese, dal momento che in questi casi non viene pagata la borsa di studio. 

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