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Test sierologici: veloci prelievi di sangue venoso, che indicano la presenza o meno di anticorpi nell’organismo della persona sottoposta al test, argomento molto dibattuto nell’ambito della gestione dell’emergenza Coronavirus.  

L’Istituto Superiore di Sanità specifica che non sappiamo con certezza quale sia il numero degli italiani che ha contratto il virus; sappiamo, però, che è dell’ordine di milioni, probabilmente tra 1 e 2, per cui la grande maggioranza della popolazione, se sottoposta a test, dovrebbe risultare negativa, quindi priva di anticorpi adatti e non immune al Coronavirus. Probabilmente, in caso di una massiccia campagna di test sierologici, la percentuale di immunizzati risulterà più alta al Nord, dove il virus ha girato maggiormente, e più bassa nel Sud della Penisola, dove i contagi sono stati minori.

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Test sierologici, come funzionano

Alcuni studiosi hanno sottolineato che il risultato di un test sierologico (che indica la presenza o meno di immunoglobine nel sangue di un determinato soggetto) non sia del tutto attendibile, perché non tiene conto del quantitativo di anticorpi: una persona, ad esempio, potrebbe avere immunoglobine nel proprio sangue, ma non a sufficienza per contrastare il virus. Oltretutto, la scienza ad oggi non è in grado di specificare per quanto tempo le immunoglobine IgC, quelle necessarie a contrastare il Covid-19, rimangano in circolo nell’organismo. Infine, una persona che risulti negativa al test, quindi sana, potrebbe avere l’incubazione virale in circolo nel corpo, risultando magari positiva dopo qualche giorno.

Insomma, dai dati emersi negli ultimi giorni sembrerebbe che si sia creata una falsa aspettativa attorno al tema dei test sierologici che, così descritti, non parrebbero essere in grado di determinare con esattezza lo stato di reazione di un soggetto al Coronavirus, senza contare che occorre tener presente la possibilità di errori umani e che, in genere, i responsi dei test sierologici sono affidabili intorno al 95%.

Ad ogni modo, svolgere dei test sierologici su fasce di popolazione strategiche permetterebbe di conoscere a fondo le modalità e le aree di circolazione del Coronavirus, di mappare con esattezza le fasce di età maggiormente interessate e quindi più fragili e a rischio.

Sui test sierologici si è espresso anche il Ministro della Salute Speranza: “Non possono dare alcun patentino di immunità. Sono test che ti dicono se dentro il tuo sangue si sono sviluppati anticorpi che sono la reazione al virus dopo un determinato numero di giorni. Ci dicono se sei stato toccato dal virus. Sarà un dato attendibile su un campione che proiettiamo sul resto della popolazione. A metà di questa settimana i nostri scienziati decideranno quale è il test è più affidabile. Selezioneremo i migliori anche se siamo consapevoli che nessuno dà certezze al 100%”.

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