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Che orari di lavoro faremo dopo l’emergenza Coronavirus? Come saranno  organizzati i turni e  lo smart working in generale dal 4 Maggio in poi?

Il gruppo di esperti guidato da Vittorio Colao sta lavorando per mettere in atto delle nuove disposizioni e raccomandazioni per organizzare al meglio sia le varie attività che durante la Fase 2 riprenderanno a lavorare e sia per tutti gli altri lavoratori che stanno svolgendo il proprio lavoro da casa attraverso lo smart working.

Ecco le  novità.

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Coronavirus, come funzionerà lo smart working dal 4 Maggio in poi

Le nuove disposizioni del DCM del 28 Aprile 2020 entreranno in vigore il 4 Maggio e le nuove misure riguarderanno   il lavoro da casa, il cosiddetto “smart working” e successivamente anche la ripresa di alcune attività commerciali.

Cosa cambierà dal 4 Maggio in poi? Mentre prima della pandemia si pensava di  ridurre la settimana lavorativa a 4 giorni,  l’obiettivo dei prossimi giorni invece, sarà quello di diluire la mole di lavoro spalmandolo su tutta la settimana, migliorando la qualità del lavoro ma garantendo sempre la massima sicurezza.

Per quanto riguarda gli orari di lavoro verranno sicuramente differenziati così da garantire il distanziamento e ridurre il numero delle presenze del personale, in modo da evitare ogni tipo di assembramento. 

Per le turnazioni invece, dipenderà molto da ogni singolo settore e dal luogo di produzione  distribuendo i vari turni 7 giorni su 7. Per le ferie invece, verranno organizzate a scaglioni in modo da garantire per tutti le varie esigenze non solo lavorative ma anche familiari.

In merito a ciò,  la ripresa delle attività,  “porterà anche a estendere la disponibilità dei servizi e riorganizzare gli orari e i luoghi delle città in modo da evitare assembramenti e venire incontro alle esigenze di lavoratori e famiglie. Anche ferie e vacanze scolastiche andrebbero riorganizzate in modo da conciliare meglio possibile le esigenze di ripartenza economica, con quelle di distanziamento sociale e benessere delle persone“, in risposta all’ipotesi di lavoro 7 giorni su 7” ha spiegato il Direttore dell’Osservatorio Smart Working, Mariano Corso.

Le regole per chi non lavora in smart working

Per tutte quelle aziende che non possono lavorare attraverso la modalità dello smart working, verranno adottate delle misure di prevenzione e di protezione in modo da rispettare tutte le regole di comportamento assicurate anche da controlli sia per i lavoratori che per le imprese stesse.

Anche per tutte quelle fasce considerate più a rischio, come per esempio i lavoratori over 55 o affetti da alcune patologie, ci sarà “una sorveglianza sanitaria eccezionale “secondo quanto ha affermato l’Inps.

Nel caso in cui non fosse possibile un’adeguata copertura immunitaria, si dovrà prendere in considerazione un’inidoneità temporanea o la limitazione all’idoneità per un periodo adeguato; per questo avranno un ruolo fondamentale, i medici all’interno delle aziende. 

Nel caso in cui qualcuna fosse sprovvista, avrà l’obbligo di nominarne uno o trovare altre soluzioni per effettuare visite mediche, su richiesta del lavoratore, anche coinvolgendo le strutture sanitarie pubbliche territoriali.

Ricordiamo inoltre che il riavvio delle attività produttive nella Fase 2 dovrà tener conto prima di tutto, dell’andamento della  situazione epidemiologica.

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