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Cna Ascoli, è stata svolta un’indagine sulle aspettative di artigiani e commercianti del Piceno riguardo le ripartenze delle attività.

La Cna di Ascoli ha elaborato, su base provinciale, i dati forniti dal sistema associativo nazionale che ha monitorato nelle ultime 3 settimane aspettative, preoccupazioni e problemi di micro e piccole attività. Emerge un ritratto di un territorio che ha voglia di tornare ad essere vivo ma non sa, a livello di impresa, se riuscirà a vincere questa sfida che si somma alla crisi e alle complicazioni determinate dagli eventi sismici.

Il sondaggio Cna ha riguardato oltre 14 mila imprese in tutta Italia e circa un migliaio nelle Marche e nella provincia di Ascoli Piceno. Il campione imprese che ha partecipato all’indagine Cna è rappresentativo del sistema dell’artigianato e delle micro e piccole imprese: i settori con maggior peso sono infatti le attività manifatturiere (34% tra moda, alimentare, legno/arredo e altre attività di produzione), le costruzioni (20,8%), i servizi per la persona (19,7%). Rilevante è poi la presenza delle imprese del commercio (11%) e di quelle che operano nel settore dell’alloggio/ristorazione e altre attività connesse al turismo (5,7%). L’88% delle imprese ha meno di dieci addetti (micro), di queste il 43,9% rientra nella classe 1-4 addetti mentre quasi un terzo (il 29,2%) non ha dipendenti e/o collaboratori.

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Cna Ascoli, i risultati dell’indagine

Su 100 imprenditori Piceni che hanno risposto al sondaggio della Cna, 20 sono angosciati e smarriti riguardo al futuro, mentre solo 14 si dichiarano ottimisti. La maggioranza, ovvero il 66%, è preoccupata ma pronta a ricominciare.

“Il dato rispecchia a nostro avviso il vero stato d’animo di chi vuole continuare a fare impresa, creare occupazione e contribuire il Pil del territorio. C’è voglia di fare ma anche la consapevolezza che in questo caso da soli non ce la si può fare. Per questo il contro impegno, come Associazione, resta quello di spingere al massimo, sia a livello di governo nazionale che regionale, affinché le misure di sostegno per piccole e micro imprese siano immediati, con fardelli burocratici ridotti al minimo e realmente funzionali a una rapida ripartenza produttiva”, spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli.

Aspettative e speranze a parte, i dati del sondaggio rilevano che oltre la metà delle piccole imprese (il 55%) prevede per il 2020 un calo di fatturato compreso fra il 40 e il 60% rispetto a quello dell’anno precedente, solo il 4% crede che sarà invariato o in leggera crescita. Per quasi il 10%, invece, si prevede un calo dall’80% al 100%.

In queste settimane di severissime misure restrittive, nel Piceno, solo il 22% del totale delle imprese artigiane e commerciali ha potuto proseguire (interamente o con limitazioni) l’attività produttiva, mentre il 70% si è fermato e solo il 6,5% è andato avanti parzialmente con consegne o lavori artigiani a domicilio.

Gli ammortizzatori sociali

Sempre in base al sondaggio effettuato dalla Cna più della metà (il 53%) delle micro e piccole imprese artigiane e commerciali del Piceno sta facendo ricorso agli ammortizzatori sociali per la sospensione a zero ore dell’attività. Il 20,4% li richiederà per riduzione di orario e solo il 26,7 % dichiara di non averne necessità. 

Ancora più preoccupanti i dati relativi al sostegno per i lavoratori: il 12,7% delle imprese è riuscita ad anticipare ai propri dipendenti l’importo della cassa integrazione, il 5,2% dei dipendenti ha invece richiesto l’anticipo della cassa alla banca, ma ben l’82,1% dei lavoratori, al momento della somministrazione del questionario informativo della Cna, non aveva ancora ricevuto né l’anticipo dall’azienda né quello dalla banca.

La situazione del credito e delle moratorie bancarie

Il 27,7% degli imprenditori Piceni ha dichiarato di aver chiesto e ottenuto una moratoria riguardo mutui e leasing, ma una fetta altrettanto importante (il 20,7%) aspetta ancora una risposta dalla banca di riferimento. Il 49,4% degli intervistati ha dichiarato di aver fatto richiesta per un aiuto ma la risposta è stata negativa. Nel complesso il 39,4% delle imprese ha richiesto un credito aggiuntivo fino a 25 mila euro mentre quasi il 42% ha rinunciato a chiedere qualsiasi intervento di sostegno.

Le prospettive future

La Cna di Ascoli rileva che quasi il 61% di artigiani e commercianti ha già adeguato o sta adeguando la propria attività alle norme che consentiranno la ripartenza. Il 18% non lo ha ancora fatto e un preoccupante 21% dichiara che non sa bene cosa deve fare per mettersi a norma. “Le misure messe in atto è importante che siano celeri e a fondo perduto. Oggi abbiamo sistemi come la fatturazione elettronica e i registratori elettronici di cassa che possono dare un termometro reale e concreto di quanto si è perso rispetto all’anno ma anche al trimestre precedente o pre Covid-19. Come Cna di Ascoli Piceno proponiamo di prendere in analisi i settori ponderando le rispettive riduzioni di fatturato e utilizzare le risorse europee o regionali stanziando dei fondi che danno possibilità di colmare il Gap per cercare di aiutare in maniera agevole con un provvedimento mirato”, conclude Balloni.

Infine, la Cna segnala che il 75% delle imprese oggetto del monitoraggio non ha avuto la possibilità, per la specificità del lavoro svolto, di operare a distanza o in regime di telelavoro. Il restante 25% ci ha provato ma più della metà di questi – dichiarano – con risultati poco soddisfacenti o comunque inferiori alle aspettative. A fronte di questi dati, circa il 20% degli intervistati dichiara che opererà per potenziare il lavoro a distanza, mentre più del 75% si affiderà al potenziamento dei protocolli di sicurezza, non potendo rinunciale al contatto diretto e ravvicinato con il cliente.

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