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Coronavirus, la quarantena sta ufficialmente terminando, permettendo pian piano, sebbene in maniera difficoltosa, di riappropriarci delle nostre vite e delle nostre abitudini.

Con la riapertura di molte attività commerciali e con maggiore libertà di spostamento, starà al singolo rispettare le norme che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi al fine di evitare che la catena dei contagi salga nuovamente: quindi, rispettare il distanziamento sociale, evitare assembramenti, utilizzare correttamente i dpi, quali guanti e mascherine, se necessario, evitare di toccarsi viso con le mani e curare la loro igiene con assiduità.

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Coronavirus, quando è più facile infettarsi

Ormai tutti lo sanno, il Covid-19 si diffonde principalmente per via aerea, a causa delle goccioline prodotte dal corpo umano durante il respiro. Secondo alcune stime di esperti, per contrarre il virus è necessario entrare a contatto con almeno un migliaio di particelle virali del Covid-19, dato che, sebbene approssimativo, può aiutare a mappare dei luoghi e delle azioni che possono essere considerate a più alto rischio.

Per quel che riguarda il semplice respirare, sappiamo che un respiro rilascia tra le 50 e le 5 mila goccioline nell’aria, che tendono a cadere rapidamente al suolo a causa della gravità. La carica virale emessa con il respiro, quindi, è minima, e per essere contagiati dovremmo restare a contatto molto tempo con una persona infetta che non sta parlando, tossendo o starnutendo (ma attenzione, sebbene poco probabile, anche in questo caso il contagio non è impossibile). Il parlare, ovviamente, aumenta il numero di goccioline emesse, quindi in caso di interazioni sociali ravvicinate è importante usare la mascherina, per proteggere e proteggersi; il pericolo di contagio aumenta esponenzialmente in presenza di tosse o starnuti, anche perché in questo caso non tutte le goccioline emesse cadono a terra, ma possono restare nell’aria ed essere trasportate lontano.

Coronavirus, dove è più facile infettarsi

In linea di massima, possiamo dire che i luoghi a maggior rischio contagio sono quelli chiusi.

Dobbiamo considerare, ad ogni modo, che la maggior parte delle persone che ha contratto il coronavirus si è ammalata tra le mura della propria abitazione, luogo dove tutte le difese tendono ad abbassarsi e si condividono ambienti come ad esempio il bagno, dove il virus può restare in circolazione a lungo.

Prendiamo poi, ad esempio, locali, bar o ristoranti, chiese, uffici, cori, palestre: gli ambienti chiusi con poco ricambio d’aria e alta frequentazione sono quelli ideali per la diffusione del virus, ed è proprio qui che bisogna fare attenzione. Quindi, anche nei mezzi di trasporto pubblico, come metro, treni, autobus sono considerati particolarmente a rischio, così come i bagni pubblici, che spesso non presentano prese d’aria e che andranno sanificati continuamente ed utilizzati solo in caso di assoluta necessità.

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