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Coronavirus: la quarantena obbligatoria, a causa dell’emergenza sanitaria, ha cambiato le nostre abitudini, facendoci passare molto più tempo in casa e dandoci un’opportunità per riflettere sulla nostra vita. Ma, secondo una ricerca, un giovane su 3 ha utilizzato il maggiore tempo a disposizione soprattutto per connettersi a Internet, a volte per circa 11 ore al giorno (dunque, per quasi mezza giornata).

E’ quanto si rileva dall’indagine “Giovani e Quarantena”, promossa dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche, Gap, Cyberbullismo), in collaborazione con il sito Skuola.net, che ha intervistato 9.145 ragazzi tra gli 11 e i 21 anni.

Coronavirus: durante la quarantena, 1 giovane su 3 è stato online per circa 11 ore

Secondo l’indagine, basata sulla quarantena di oltre 9 mila ragazzi, compresi tra gli 11 e i 21 anni, il 35% di loro è rimasto connesso a Internet tra le 11 e le 14 ore al giorno: un dato differente, rispetto alla fase precedente al “lockdown” (in cui si contava solo un 15% di giovani, che rimanevano online per più di 10 ore giornaliere).

“Questo è un dato su cui dobbiamo porre attenzione – sottolinea Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche – I ragazzi, in questo momento di isolamento, non hanno certezze, non riescono a sognare come sarà il loro domani. Avere la capacità di desiderare è il motore della vita. Se lo si tiene spento, si rischia di non andare da nessuna parte e di alimentare situazioni spiacevoli, mosse dall’aggressività o dall’apatia. Stiamo rilevando l’aumento dei disturbi d’ansia e degli stati depressivi tra gli adolescenti. I ragazzi si sentono soli, nessuno si sta occupando della loro salute mentale”.

“I ragazzi – prosegue Lavenia – passano molto, troppo, tempo con le tecnologie; nel 90% dei casi, sono state l’unico modo per mantenere un contatto con gli amici, in questo periodo. Ma, seppure questi strumenti aiutino a mantenere i contatti, il senso di solitudine percepito dal 74% dei ragazzi ci dice che la tecnologia è ‘social’, ma non è per nulla socializzante. Fa sentire soli e non contiene le ansie”.

L’indagine dell’associazione “Di.Te.” e di “Skuola.net” ha rilevato anche altri aspetti. Ad esempio, quasi 8 ragazzi su 10 ha dichiarato di aver cambiato gli orari in cui si svegliano e in cui vanno a dormire. Il 70% ha affermato di non saper gestire i momenti di libertà, all’interno delle mura domestiche. Per l’80%, poi, è diventato normale andare a letto più tardi la sera. Il 49% ha detto di avere spesso risvegli notturni e di sentirsi molto stanco la mattina seguente. Nell’ambito dell’emergenza sanitaria, si è fatta strada anche l’emergenza collegata alle dipendenze tecnologiche, a cui la nostra società deve fornire una risposta.

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