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Piccoli comuni e cammini d’Italia, questa settimana, alla presenza del ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, verrà presentato il Rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia, una iniziativa della Fondazione Symbola di Ermete Realacci e Fabio Renzi e della Fondazione Ifel dell’Anci. 

Un invito a riscoprire la prodigiosa varietà geografica e culturale dei piccoli Comuni grazie alla fitta rete di cammini che avvolge la Penisola. Per noi italiani quando si dice cammino si va con la mente al più lungo, ramificato e famoso itinerario dell’Europa occidentale, quello che porta a Santiago di Compostella, ma pochi sanno però che in Italia di cammini ce ne sono ben 44 (46 se si considera la recentissima approvazione della Via Francigena del Sud e le attività di sviluppo che si stanno svolgendo lungo la Via Appia), per una lunghezza totale di 15.400 km. Un’altra settantina di cammini sono ancora sotto il vaglio ministeriale, per essere inseriti nella mappa nazionale.

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Piccoli comuni e cammini d’Italia, lo scenario attuale

Gli scenari proposti dai Cammini d’Italia sono molteplici: alcuni sono a scala regionale, mentre altri ripercorrono le antiche vie dei pellegrini diretti a Roma, come la Via Francigena, che in Italia parte dal Valico del Gran San Bernardo (al confine con la Svizzera) attraversando 145 Comuni distribuiti lungo oltre 1000 km di percorso, o la Via Romea Germanica, che partendo dal Brennero raggiunge la capitale percorrendo 1020 km e 6 regioni. Altri ancora seguono le tracce dei numerosi santi e religiosi che hanno contribuito con la predicazione e le opere a costruire la peculiare organizzazione socio-politica del nostro Paese, fatta di identità municipali tanto plurali e diversificate tra loro, quanto unite da una trama culturale di fondo condivisa.

Tutti i cammini, dai più lunghi ai più brevi custodiscono una porzione ingente del patrimonio storico, culturale, produttivo ed enogastronomico italiano: uno dei più corti, la Via degli Dei (appena 120 km da Bologna a Firenze) attraversa 14 Comuni in cui si trovano oltre 200 beni culturali, 82226 imprese, più di 8000 associazioni e 23 tipicità DOP/IGP.

Itinerari storici, culturali, naturalistici e religiosi che nulla hanno da invidiare alla via compostellana e agli altri tracciati storici dell’Unione Europea, i cammini italiani percorrono il nostro Paese in tutti i sensi invitandoci alla riscoperta di borghi, terre e castelli, opere d’arte e testimonianze della nostra storia, cibi, consuetudini e paesaggi frutto di una interazione millenaria tra popolazioni e ambienti naturali: è qui che nasce la tradizione del saper fare italiano i cui primi depositari sono i 5.498 Piccoli Comuni che costellano l’Italia.

Piccoli comuni e cammini d’Italia: rilanciare l’abitudine a camminare

Su un totale di 7.914 Comuni italiani ben il 69,5% è formato da comunità locali di modeste dimensioni, in cui vivono quasi 10 milioni di cittadini (il 16,5% della popolazione nazionale), in cui operano il 18% circa delle unità del terzo settore e più del 17% delle industrie italiane per un totale di impiego di quasi 3 milioni di persone e che custodiscono oltre il 30% dei beni culturali italiani. Grazie alla legge sui Piccoli Comuni (n. 158 del 6 ottobre 2017) oggi queste comunità locali possono riprogettare il proprio futuro a partire dalla valorizzazione di circuiti culturali ed enogastronomici. I Piccoli Comuni sono dei veri e propri cantieri di diversità culturale e territoriale dove l’accoglienza diventa una risorsa, la sostenibilità si tramuta in spinta alla crescita e l’identità si trasforma in competitività.

Per rilanciare il Paese potrebbe essere utile rilanciare l’abitudine a camminare. I Cammini d’Italia potrebbero essere anche una metafora della ripresa che in queste settimane ci avviamo a costruire. Senza dimenticare che qualunque strada per la ricostruzione, per essere efficace e operativa, deve essere corale, integrata, radicata nella profondità dei territori del nostro Bel Paese.

È in primo luogo per i Piccoli Comuni che i Cammini d’Italia – questa rete di vie verdi che collega tradizioni, natura e bellezza, economia umana e produzione agroalimentare a filiera corta, multinazionali tascabili e associazioni non profit – rappresenta una preziosa possibilità di sviluppo a misura d’uomo e di ambiente. La presentazione del Rapporto Cammini d’Italia di Symbola e Ifel può offrire un materiale utile per riproporre le basi anche della ripresa turistica sostenibile a impatto positivo su società e ambiente, a chilometro zero.

 

 

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