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L’Associazione Arquata Potest e il Comitato Ricostruire Tufo hanno portato a termine la pulizia dalla vegetazione che ricopriva le strutture dei cinque ponti tra le frazioni di Tufo (Arquata del Tronto – AP) e Grisciano (Accumoli – RI) per permettere ai tecnici incaricati di effettuare i rilievi necessari al progetto di ripristino dei ponti.

La Provincia di Ascoli e l’Anas come soggetto attuatore, infatti, non hanno finora potuto procedere con i rilievi per via dell’incapacità nel rimediare la seppur modesta somma di circa quattromila euro necessaria a disboscare il passaggio nei pressi dei ponti, proponendo di attendere l’inverno affinché la natura facesse il suo corso, con l’abbassamento della vegetazione.

Arquata Potest e Ricostruire Tufo uniscono le forze

“Ricostruire Tufo”, esasperato già da ben 7 mesi di attesa per poter procedere coi rilievi, ha contattato Arquata Potest e la squadra di volontari ha provveduto a ripulire a titolo totalmente gratuito (accollandosi anche i costi del materiale e degli attrezzi) gli accessi ai ponti, non lasciando così più scuse agli enti coinvolti nel dover procedere coi rilievi.

“La volontà di non accettare la passività delle istituzioni, per l’ennesima volta incapaci di venire incontro a popolazioni che 4 anni fa hanno perso tutto, ha spinto i volontari a dare il buon esempio, mettendo a nudo le insufficienze dello Stato nella gestione post-sisma”, si legge in una nota.

Gli interventi fatti dalle associazioni

I 5 ponti sorgono lungo la SP129, ex Salaria Antica, strada di altissimo valore storico e strategica per la viabilità, considerando che era stata utilizzata come via di fuga da molti abitanti di Tufo e Capodacqua anche quel maledetto 24.08.2016 quando il terremoto colpì il Centro Italia e, in particolare, Pescara del Tronto, frazione dell’arquatano devastata, rendendo assai problematica la percorrenza di quel tratto della Salaria.

“A pochi giorni dal triste anniversario che ha sconvolto questo lembo d’Italia ormai 4 anni fa, i volontari hanno voluto dimostrare agli enti coinvolti il confine tra l’incapacità delle istituzioni e l’operatività della gente del luogo nel saper colmare le lacune lasciate dallo Stato in 4 anni di pessima gestione dell’emergenza”.

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