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Pretare, frazione di Arquata del Tronto, purtroppo è stata gravemente danneggiata dal sisma del 2016 e ridotta quasi a un cumulo di macerie.

Non tutti conoscono l’antica storia sulla genesi di questo paese, che in tempi remoti si chiamava Colfiorito, quando la maga Sibilla, gelosa della vita semplice e gioiosa che si conduceva nel paese, provocò un terremoto che fece franare dei massi dal Vettore, cima dei Sibillini che sovrasta il borgo, distruggendolo e sommergendolo del tutto.

Tradizione vuole che, tempo dopo, un gruppo di giovani pastori, proveniente da fuori, si avventurò sui monti marchigiani in cerca di pascoli fertili, dando vita ad un nuovo insediamento che prese, appunto, il nome di Pretare (toponimo molto simile al termine dialettale “preta”, pietra), proprio sulle rovine di Colfiorito.

 

Visuale sul Monte Sibilla

 

La Sibilla e il paese di Pretare

Esiste una variante della leggenda legata alla Profetessa Sibilla secondo la quale la sua corte fatata, all’interno dell’omonima grotta, sarebbe stata abitata da bellissime fanciulle, sue ancelle, che erano solite discendere, durante la notte, nei paesi dei Sibillini per danzare con i giovani che li abitavano il saltarello, tipico ballo marchigiano che ricorda la carola o la danza macabra medievale.

L’unico vincolo? Scappare al sorgere del sole. Una notte, tuttavia, uno dei pastori ebbe l’ardire di sbirciare sotto la gonna di una di queste bellissime giovani e trovò una sorpresa agghiacciante: la donna non aveva piedi umani ma zoccoli di capra. Le fate, spaventate, fuggirono in fretta e furia, scavando un ghiaione che ancora esiste e che è chiamato proprio Sentiero delle Fate.

 

Sibilla senza nome di Martino Bonfini

 

Nella cultura tramandata oralmente di generazione in generazione è rimasto vivo un detto popolare che farebbe riferimento a questo episodio: “Quanto sono belle queste fate, però jè scrocchieno li piedi come le capre!“.

A ulteriore testimonianza di come i Monti Sibillini, nel corso della storia, non siano stati solamente un luogo isolato dal resto del mondo è il fatto che, nei loro miti e nelle loro leggende, rientrano a pieno titolo tradizioni che fanno parte del folklore europeo: si va dalla presenza delle fate, tipiche della cultura nordica, specie irlandese, conosciute con il nome di Fairies, a quella di attributi animaleschi, caprini nello specifico, su essere antropomorfi, associati in moltissime culture al maligno e al demoniaco (basti pensiero al dio greco Pan, satiro con sembianze di capra legato alle selve e alla natura).

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