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Per instaurare un primo rapporto tra il neonato ed i genitori, oltre alle coccole ed alle attenzioni che non devono mai mancare, è importante affidarsi al concetto di gioco.

Sin dalle prime ore di vita il neonato inizia a familiarizzare con l’ambiente che lo circonda ed impara a rapportarsi con gli altri proprio attraverso il gioco. I più piccoli, infatti, imparano a conoscere il mondo – e quindi i propri genitori – attraverso alcuni gesti che sono ricollegabili proprio al mondo dei giochi. Questi comunicano attraverso i propri piedini, tenendo stretti i capelli della mamma e familiarizzando con i sonagli della culla, scoprendo così il proprio corpo.

Il gioco è quindi un concetto funzionale ed è fondamentale per lo sviluppo sensoriale e motorio del piccolo poiché lo aiuta a far emergere le proprie capacità fisiche e motorie non ancora sviluppate. Attraverso il gioco i neonati si mantengono attivi e reattivi e sviluppano abilità come la creatività, la consapevolezza, l’apprendimento e così via.

Gli stadi del gioco

Secondo gli esperti ci sono tre stadi di sviluppo del gioco tra genitori e bambini. Nel primo anno di vita e sin dalle prime ore dalla nascita prevalgono i giochi di esercizio. Si tratta della ripetizione di schemi di comportamento motori o vocali osservati nell’adulto. In questa fase i bambini afferrano, dondolano e portano gli oggetti alla bocca. In questo modo imparano a coordinare i gesti e ad esercitare il controllo sui movimenti. In questa fase è sempre importante scegliere i giochi dei migliori materiali, certificati e sicuri, come i giochi per bambini neonati proposti su Il Mondo di Leo. Il gioco coinvolge il proprio corpo o il corpo della mamma, ma gli oggetti circostanti attraggono comunque la sua attenzione. Il carattere esplorativo e ripetitivo dei giochi che caratterizzano questa fase, serve al bambino per imparare a distinguere tra il Sé e il Non-Sé.

Ci sono poi i giochi simbolici che generalmente iniziano dai due anni di età. I bambini in questa fase sviluppano la capacità di rappresentare, mediante gesti o schemi appresi, una situazione non attuale. Una capacità di immaginazione ed imitazione che consente di accumulare esperienze anche visive che non sono state ancora sperimentate.

Dai tre anni di vita compaiono i giochi di socializzazione grazie ai quali il bambino è interessato a giocare con i compagni e prova piacere nell’imitare il comportamento degli adulti.

Tra i quattro ed i cinque anni di età si rivelano, attraverso i giochi, le dinamiche interne che il bambino sta vivendo. Il gioco della bambola, del dottore o il gioco a nascondino, sono tipici di questa fase. Attraverso tali giochi il bambino può drammatizzare una punizione o proibizione subita.

Durante tutte queste fasi i genitori svolgono un ruolo fondamentale che è quello di insegnante, educatore ed appunto genitore. È fondamentale, dunque, che i genitori tornino ad essere un po’ bambini per entrare in empatia con il piccolo partner

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