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Il 2 febbraio è il giorno della Candelora. Una data significata per la tradizione popolare. Una significato importante anche per la religione cattolica. La primavera si avvicina e nelle credenze folkloristiche si fa riferimento al proverbio “Se c’è sole a Candelora, dell’inverno semo fòra, ma se piove o tira vento, de l’inverno semo dentro“. Nel Piceno il meteo prevede tempo variabile, un segnale che probabilmente l’inverno non è ancora finito.

Le origini cristiane della tradizione 

Il termine Candelora deriva dal latino è vuol dire festa delle candele. La Chiesa celebra in questa data la Purificazione di Maria Vergine e la Presentazione di Gesù al Tempio. Ci troviamo a 40 giorni dopo la sua nascita, il 25 dicembre. Il tutto come prescritto dalla legge di Mosè e narrato nel Vangelo di Luca. Da qui il simbolo delle candele. Luca narra che i genitori di Gesù, quando compì 40 giorni, lo portarono al Tempio di Gerusalemme per offrire un sacrificio per la purificazione della madre di un maschio primogenito. Nel Tempio incontrarono Simeone, israelita che riconobbe il Messia alzandolo tra le braccia, luce per illuminare le genti e gloria. 

La tradizione pagana

La giornata della Candelora si trova alla fine del periodo invernale e all’avvicinarsi dei primi accenni di primavera. Secondo riti precristiani come quello della festa celtica di Imbolc, l’avvicinarsi della primavera corrispondeva a un aumento della luminosità. Grande considerazione trova il fatto anche nelle giornate si fa buio più tardi. Quindi l’inizio di un nuovo ciclo vitale come per i raccolti. In questo caso per altri quaranta probabilmente c’è poco da sperare che l’inverno sia del tutto finito.

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