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Pugilato, domenica scorsa, Eros Seghetti, atleta dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Olympia di Ascoli Piceno, ha combattuto contro l’italo-marocchino Aziz Abbes Mouhiidine il match valido per il titolo italiano assoluto dei massimi.

Pur ottenendo una sconfitta, il 27enne ha riportato la sua città in una finale dei Campionati Assoluti della Federazione Pugilistica Italiana dopo 25 anni di assenza. Seghetti, già convocato in nazionale nel 2016 e nel 2017, ora possiede un altro importante secondo posto, oltre all’argento ottenuto nel 2016 al Guanto d’Oro d’Italia.

Il match è andata in onda su RAI sport e sul canale YouTube della Federazione a partire dalle 22 e 30. L’ascolano ha preso parte alla terza fase della card, che ha visto scontrarsi ben 60 finalisti in 30 match. L’evento si è tenuto a porte chiuse presso il Pala Del Mauro di Avellino seguendo attentamente tutte le norme sanitarie previste per l’emergenza COVID. Durante la settimana ben 600 persone, fra atleti e staff, hanno preso parte alle competizioni in estrema sicurezza.

Pugilato, il match dell’ascolano Seghetti

L’incontro si presenta durissimo già nelle sue premesse. L’avversario di Seghetti è un atleta poco ortodosso, rapido, con un allungo e un’altezza superiori a quelle del marchigiano. Inoltre Mouhiidine è un pugile delle Fiamme Oro con grande esperienza: ha già vinto un oro ai Campionati Europei 2018 e ai Giochi del Mediterraneo dello stesso anno ed è in piena corsa per la partecipazione alle prossime olimpiadi.

Le lunghe leve e la rapidità dell’italo-marocchino impediscono di mettere colpi al pugile ascolano, che perde così la prima ripresa. All’angolo Blu Eros parla col proprio allenatore, l’ex pugile Christian Giantomassi, che gli consiglia di accorciare e portare colpi al busto.

Campana. Secondo round di tre. Seghetti si fa subito sotto all’avversario e, seguendo le indicazioni del coach, riesce a portare un paio di combinazioni vincenti. Mouhiidine però, intelligentemente, inizia a legare per impedire l’azione ravvicinata all’ascolano e riporta l’incontro sulla lunga distanza, il suo punto forte. Così facendo, l’atleta delle Fiamme Oro riesce nuovamente a vincere la ripresa.

Il terzo round mostra un Seghetti carico avanzare a testa bassa, ma Mouhiidine è ancora bravo ad evitare scontri ravvicinati, è elusivo e quando si trova alla media distanza si affretta ad allontanarsi o a legare, evitando i potenti colpi di Seghetti, che avevano già buttato giù tutti gli avversari incontrati durante i precedenti incontri della competizione.

Il match si conclude con la vittoria di Aziz Abbes Mouhiidine, che diviene così campione italiano dei pesi massimi, ma l’argento ottenuto dal marchigiano mette in mostra il gran cuore di cui è munito.

L’intervista a Seghetti, una preparazione difficile, un ottimo risultato

Hai combattuto diversi match da dilettante e ne hai vinti 2 su 2 da professionista, quali sono le differenze fra i due rami della disciplina e in quale senti di poterti esprimere al meglio?

“Sì, ho disputato ben 68 match da dilettante, riscuotendo buoni successi, ed ho vinto 2 incontri da professionista. Purtroppo non si può intraprendere una carriera “mista”: al terzo match da professionista si perde la possibilità di fare incontri dilettantistici, quindi ora mi trovo a un bivio. I prossimi giorni saranno decisivi per il mio futuro. Il match da professionista è composto da 6 riprese da 3 minuti, mentre quello da dilettante consta di 3 round da 3 minuti. Ciò differenzia molto la preparazione. Nei dilettanti l’incontro è più improvvisato, più rapido, lo studio del match è inferiore ed i ritmi sono molto alti. Nei match da professionista, invece, viene fuori molto di più la strategia, la tattica ed è per questo che li preferisco. Ciò nonostante, la carriera dilettantistica può riservare grandi soddisfazioni, quindi non mi precludo alcuna strada”.

Dunque ad oggi quali sono i tuoi obiettivi?

“Come dicevo, tutto dipende dai prossimi giorni. Ora il mio obiettivo è quello di essere convocato in nazionale e di concorrere in tornei importanti. In base a ciò che avverrà prenderò le mie decisioni.

Perché hai iniziato a fare pugilato?

“Ho iniziato ad allenarmi 10 anni fa a Campo Patrignano grazie ad un mio compagno di classe. Il pugilato mi aveva sempre affascinato ed ho presto scoperto di essere portato. Dopo un solo anno di allenamento il mio coach, Christian Giantomassi, mi ha portato a combattere ed ora sono qui.”

Avendolo vissuto in prima persona, come reputi il rapporto fra scuola e sport agonistici in Italia e nel nostro territorio?

 “Mi fa molto piacere che me lo chiedi. Sono stato sempre chiaro su questo punto. A parer mio manca l’ottica giusta per praticare sport diversi dal calcio in Italia. Mancano insegnanti preparati e infrastrutture: in Russia e negli Stati Uniti le scuole sono fornite di strutture differenti e gli insegnanti sono spesso ex-atleti. Qui da noi lo sport viene visto come qualcosa che si fa per tenersi in forma, all’estero lo sport è molto più accettato come obiettivo di vita. Gli sport da combattimento, poi, in Italia vengono guardati con diffidenza, quasi fossero portatori di violenza, quando invece trasmettono valori importantissimi, come il rispetto e la dedizione al perseguimento di un obiettivo. Nonostante ciò, ritengo assolutamente possibile studiare ed allenarsi a livello agonistico nel nostro Paese: io l’ho fatto e, al termine degli studi, ho anche lavorato in fabbrica mentre mi preparavo alle competizioni. Se vuoi, puoi tutto”.

Come hai affrontato l’allenamento durante la pandemia?

 “Purtroppo non è andata bene. Fra il 7 e il 24 dicembre, in piena preparazione, ho contratto il COVID. A ciò si è sommato anche un infortunio al polpaccio. Ciò mi ha impedito di combattere nella mia categoria naturale, i medio-massimi (81kg), penalizzandomi. Per questo mi ritengo ancor più soddisfatto del risultato ottenuto”.

Un match duro quello di domenica sera. Cosa credi ti abbia portato alla sconfitta?

 “È stato un percorso difficile. Come ho già detto, la prima difficoltà è sorta durante la preparazione: le problematiche incontrate non mi hanno permesso di scendere a 81kg, il mio peso ideale. Combattere in una categoria superiore non è certo semplice. Mi sono però concentrato sul potenziamento dei miei colpi ed il lavoro ha pagato, come è stato possibile vedere. La competizione è poi stata gravata da uno spacco all’arcata sopraccigliare che mi sono procurato agli ottavi e da un problema ad una costola avvertito durante la semifinale. Ciò nonostante, ho evitato di fare controlli, ho messo della pomata anestetizzante e domenica sera sono salito sul ring. Nella finale ho incontrato un pugile esperto e di alto livello, che milita naturalmente nei pesi massimi, al contrario mio. Mouhiidine è stato abile a tenermi distante e a legare ogni qual volta tentassi di accorciare. Sapendo di non poterlo battere sul volume dei colpi, ho cercato di piazzare pugni forti per buttarlo giù, ma lui è riuscito ad arginarmi, sono andato poco a segno ed ha vinto. Ripeto comunque di essere molto soddisfatto del risultato: un argento in una categoria 10kg superiore alla mia…”.

In questi giorni ti è giunto sostegno da moltissimi ed anche il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti ti ha supportato via social. Chi ti senti di ringraziare?

 “Sono davvero molto felice di ciò: mi ha reso orgoglioso. Ringrazio tutti per avermi supportato, in particolar modo il mio allenatore Christian Giantomassi, che mi ha seguito in questo percorso; il mio preparatore atletico, Francesco Livini; la mia ragazza; i miei amici ed il sindaco. Grazie a tutti”.

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