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La parola alle donne soprattutto per spiegare e approfondire il campo  dell’imprenditorialità femminile grazie ai  dati del Presidente della Camera di Commercio delle Marche e alle varie esperienze raccontate dalle lavoratrici di importanti aziende della  nostra regione, durante l’incontro “Niente di Genere”.

“Un’iniziativa importante che abbiamo fortemente voluto anche in occasione della Festa della Donna. Nelle Marche, si contano  34.268 imprese femminili, la quota delle
imprese a titolarità femminile sul totale è del 23,5%, in diminuzione negli ultimi cinque anni anche rispetto al sistema Italia.

Esse si concentrano soprattutto nelle altre attività di servizi tra cui si collocano anche i servizi alla persona (sul totale di queste imprese oltre la metà sono a titolarità femminile), nell’alloggio e ristorazione (il 31% delle imprese dell’accoglienza marchigiane sono classificate come femminili), servizi alle imprese e agricoltura, attività assicurative, artistiche e commercio. In tutte le province marchigiane la quota di imprese femminili sul totale è superiore alla quota nazionale, salvo Pesaro.

Guardando ai numeri assoluti le imprese femminili attive scendono in tutte le province (salvo che in provincia di Ascoli Piceno) e questo rispecchia andamento delle imprese attive in generale. Nonostante la perdita di imprese attive anno su ano, in alcuni settori le imprese sono cresciute in valore assoluto: 45 imprese in più nelle attività immobiliari, 33 nei servizi di supporto alle imprese”, ha affermato il Presidente Gino Sabatini.

Camera di Commercio Marche, i dati della Cgil Marche 

Daniela Barbaresi, la Segretaria Generale della Cgil Marche durante l’incontro, ha illustrato le varie problematiche che le donne vivono ogni giorno. Un anno difficile che le ha viste impegnate per la pandemia in diversi fronti, dalle varie attività lavorative ai servizi essenziali.  

“Se andiamo a vedere i dati, oltre alle tante assunzioni in meno, circa 35.000 di cui 25.000 sono donne, anche per quanto riguarda gli infortuni il 70%  riguardano le donne, sono problematiche importanti nonostante ci sia il blocco dei licenziamenti. Inoltre, ancora oggi, riemergono vecchie “diseguaglianze” anche per quanto riguarda l’occupazione; le donne sono pressochè precarie e solo 1 su 3 riesce ad avere un impiego a tempo pieno e indeterminato. Tali diseguaglianze legate al lavoro si traducono in diseguaglianze economiche.

E anche per quanto riguarda il rapporto figli e occupazione, in un anno  sono  state 900 le donne lavoratrici costrette a lasciare il proprio lavoro alla nascita del loro primo figlio, perchè non avevano altre soluzioni. Una scelta alla quale troppe donne sono spesso costrette a causa della mancanza di risposte: dalla rigidità degli orari di lavoro alla mancanza di una adeguata rete di servizi accessibili, anche perchè di asili nido ce ne sono pochi e costano anche troppo. Il governo per questo deve procedere e mettersi a lavoro affnchè vengano concessi i congedi parentali”.

Durante l’incontro sono intervenute diverse donne che operano all’interno delle aziende e delle imprese della nostra regione, per raccontare la loro esperienza imprenditoriale.

Doriana Marini dell’azienda sita a San Benedetto del Tronto chiamata Dienpi  ha spiegato come con la sua azienda, appena scoppiata la pandemia, si sono messi subito a lavoro per cercare di fare qualcosa e produrre prodotti utili per la comunità.

“Ci siamo messi a produrre le mascherine e l’8 Marzo dello scorso anno abbiamo risposto ad un appello rivolto a tutte le aziende di moda che chiedeva di produrre questi dispositivi di protezione. Abbiamo lavorato, organizzandoci e acquisendo le competenze specifiche per un campo che noi stessi non conoscevamo e che per noi era un settore nuovo. Il nostro primo prodotto è stata la mascherina chirurgica lavabile  e come ultimo la mascherina trasparente, nata per rispondere alle varie esigenze di tante persone, in primis di coloro, specialmente i bambini e le persone sordomute che aveva necessità di leggere dalla nostra bocca e che con una mascherina tradizionale, non potevano farlo. Questa mascherina, con bocca e sorriso visibili, risponde proprio a loro e ha ottenuto anche la certificazione e il riconoscimento da parte del Ministero della Sanità”.

Un altra protagonista di questo incontro è stata la signora del vino, Angela Velenosi, la quale ha spiegato, ” Dopo un anno così difficile si fa fatica a pensare che si possa uscire da questa situazione. Questa pandemia ha creato non pochi problemi, soprattutto per un settore come il mio.  Da un lato il rapporto con hotel e ristorante è stato quasi inesistente, visto che sono chiusi dall’altro la nostra attività è stata comunque sia continuativa. I miei 42 dipendenti, divisi tra cantina e campagna hanno continuato a lavorare mentre il personale amministrativo è stato costretto a lavorare da casa. In azienda abbiamo dovuto mettere in campo tutti i protocolli necessari e abbiamo dovuto organizzare il lavoro online, una modalità che noi non conoscevamo, cambiato totalmente anche il nostro modo di vendere, riempiendo di “contenuti” i nostri vini con ulteriori dettagli, ricominciando da capo, come se fosse una nuova attività. E anche in futuro sarà così, a partire dalle fiere, facendo un’accurata selezione”.

Infine, è intervenuta anche l‘attrice, danzatrice e ideatrice di format, Simona Lisi che ha parlato della situazione che sta vivendo ormai da un anno il comparto dello spettacolo, ” abbiamo deciso di manifestare, visto che soprattutto i lavoratori autonomi stanno soffrendo molto a causa di questa pandemia, unendoci tra noi e collaborando anche con i sindacati”.

 

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