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La voglia di biologico corre veloce tra le province marchigiane, raggiungendo quota 1.000 preadesioni al Distretto Biologico Marche, sottoscritto lo scorso 14 aprile tra il Vice Presidente di Regione Marche con delega all’agricoltura Mirco Carloni, Camera di Commercio e Associazioni di Categoria.
 
Come ha annunciato il Vicepresidente Carloni, “È un progetto su cui abbiamo lavorato da subito perché strategico per lo sviluppo rurale della nostra Regione e su cui investiremo risorse ed energie significative.

Distretto Biologico Marche, le adesioni 

“Voglia di bio e di promuovere il brand Marche. Già 1000 le preadesioni pervenute”.

È quanto evidenzia il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura, commentando l’alto numero di realtà produttive marchigiane che hanno aderito al neonato Distretto biologico unico delle Marche, sottoscritto lo scorso 14 Aprile tra il Vice Presidente di Regione Marche con delega all’agricoltura Mirco Carloni, Camera di Commercio e Associazioni di Categoria.

“È un progetto su cui abbiamo lavorato da subito perché strategico per lo sviluppo rurale della nostra Regione e su cui investiremo risorse ed energie significative. Il nuovo biodistretto delle Marche consentirà di valorizzare le peculiarità e le eccellenze locali superando il frazionamento che indebolisce il nostro sistema agricolo, costituendo quella massa critica necessaria per presentarsi sui mercati in maniera efficace con un brand Marche forte e riconoscibile. Questo progetto nasce dalla volontà di garantire agli imprenditori agricoli, piccoli e grandi, una sostenibilità economica sempre più robusta, consentendo loro di penetrare mercati con alto valore aggiunto, non raggiungibili singolarmente” ha spiegato il Vicepresidente Carloni.
 
Il Distretto del Biologico delle Marche ha la potenzialità di divenire il più grande d’Europa ed identificare la nostra regione con una immagine di salubrità, benessere, qualità della vita ed eco-sostenibilità di cui potrà beneficiare tutto il comparto economico, da quello agricolo a quello turistico. Già nel prossimo Expo internazionale di Dubai nel 2022 le Marche saranno protagoniste nella settimana dedicata all’agroalimentare con iniziative di assoluto rilievo.
Tra gli obiettivi principali del patto del biologico: incrementare la superficie agricola utile coltivata a biologico; potenziare ricerca, la sperimentazione e formazione per migliorare qualità e produttività delle coltivazioni; tutelare la biodiversità; promuovere il consumo del biologico nelle mense e nei circuiti commerciali. 

Regione Marche, come aderire al Distretto 

Con la firma del patto per il biologico, avvenuta pochi giorni fa tra il vicepresidente e assessore all’Agricoltura Mirco Carloni e i rappresentanti regionali di Agci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative , Copagri, Legacoop , Uecoop Unci e Camera di Commercio, le Marche , puntano per la prima volta alla creazione di un unico e grande distretto del biologico che una volta realizzato costituirà il Distretto Biologico unico delle Marche più grande d’Italia e d’Europa .

Uno strumento chiave per incentivare l’economia locale, un alleato essenziale per l’equilibrio del processo alimentare e di conseguenza per la salute, un modello socio-economico del tutto nuovo.

Da domani, Giovedì 15 Aprile, saranno aperte le adesioni e quindi gli operatori biologici potranno manifestare il proprio interesse a partecipare al distretto biologico regionale attraverso la piattaforma SIAR.
Per aderire,  basterà accedere al Sistema Informatico Agricoltura Regionale .

Come aveva ricordato il Vicepresidente Carloni , in occasione della firma del patto “ La Regione Marche crede fortemente alle potenzialità di questo settore come traino per molti altri comparti e cerniera di uno sviluppo sostenibile anche a livello turistico-ambientale. Il distretto sarà caratterizzato da un forte brand territoriale che identifichi le Marche come regione Bio per eccellenza, attraverso un incisivo marketing territoriale, una promozione spinta che valorizzi il prodotto in termini di qualità e competitività sui mercati interni ed internazionali”.

Come nascerà il Distretto biologico regionale

Uno strumento chiave per incentivare l’economia locale, un alleato essenziale per l’equilibrio del processo alimentare e di conseguenza per la salute, un modello socio-economico del tutto nuovo. Sono queste le caratteristiche fondamentali della produzione Bio ma anche le finalità di quello che sarà il Distretto Biologico unico delle Marche più grande d’Italia e d’Europa.

“La Regione Marche crede fortemente alle potenzialità di questo settore come traino per molti altri comparti e cerniera di uno sviluppo sostenibile anche a livello turistico-ambientale. Per questo oggi la firma di questo patto sigilla la volontà  tutti insieme  di andare verso la realizzazione di un distretto biologico e del cibo che può diventare il più grande d’Europa: rendere il brand Marche leader del biologico in Europa e quindi Regione sinonimo di qualità di vita . Consapevoli pertanto che un’immagine univoca e organica è molto più “spendibile” e credibile all’estero, oltre a rafforzare tutto il sistema e a contrastare le debolezze”, ha spiegato l’Assessore Carloni.

Soddisfatto anche il Presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini: “iniziativa fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura nel nostro territorio.Camera di Commercio sarà a fianco della Regione nel sostenere il distretto unico del biologico delle Marche”.

“E’ uno strumento nuovo questo Distretto Biologico a cui abbiamo lavorato con molto impegno in questi mesi per mettere insieme, per la prima volta, tutte le realtà, piccole medie e grandi, spesso scollegate fra loro, per dare la stessa forza di penetrazione nei mercati e le stesse opportunità a tutti. Partendo da esperienze virtuose già consolidate, come le filiere biologiche e gli accordi agroambientali d’area, e valorizzando iniziative più recenti, come i biodistretti e i distretti biologici locali appena costituiti o in via di costituzione, puntiamo a costruire insieme il futuro di una regione sempre più biologica” ha concluso Carloni.

A cosa serve il distretto biologico delle Marche

La Regione Marche intende investire nella promozione del biologico in tutti i settori e sarà inserito nella parte dedicata alle Marche nella sezione Food di Expo 2020 Dubai.

Tra gli obiettivi principali del patto siglato questa mattina:

  • incrementare la superficie agricola utile (SAU) coltivata a biologico, passando dall’attuale 20% al 100% nelle aree Natura 2000 nei prossimi 10 anni,
  • potenziare la ricerca, la sperimentazione e la formazione nel settore del biologico per migliorare la qualità e la produttività delle coltivazioni,
  • tutelare e valorizzare la nostra biodiversità in alternativa agli OGM ; favorire e consolidare le filiere del biologico di prodotto e di territorio,
  • estendere la certificazione del biologico fino alla tavola dei consumatori,
  • promuovere il consumo dei prodotti biologici nelle mense e nei circuiti commerciali; promuovere le Marche come regione biologica con una elevata qualità della vita, al fine di accrescere la sua attrattività turistica.

La nostra regione vanta imprese in continua crescita per numero e qualità della produzione e una solida storia di filiera per cui in alcuni ambiti è leader in Italia , tanto da essere definita culla dell’agricoltura biologica italiano.

Siamo tra le regioni con la crescita più alta nel numero di operatori: il 32% in più rispetto all’anno precedente. Numeri positivi sia per quanto riguarda i dati strutturali legati alla produzione, sia per quelli economici legati al mercato. Tanto che la Superficie Agricola Utile ( SAU) marchigiana, gestita con metodo biologico, ha raggiunto i 104.567, superando del 20% la SAU media nazionale. Il numero dei nostri operatori si avvicina a quota 4.000, così articolati: 3.126 produttori, 283 preparatori, 10 importatori e 499 preparatori e importatori.

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