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Uno studio inglese ha dimostrato una correlazione tra i turni di notte e l’insorgenza di fibrillazione atriale del cuore. I turni di notte comportano un rischio cardiaco più elevato. Fino al 35% in più di malattie cardiache. A sostenerlo uno studio che ha analizzato i dati di 284 mila britannici.

Fibrilazione atriale, il rischio aumenta

Dimostrata una correlazione tra i turni di notte e l’insorgenza di fibrillazione atriale del cuore. Il rischio aumenta fino al 18%, quello di malattia coronarica fino al 35%. I dati sono stati condivisi da uno studio sull’European Heart Journal (European Society for Cardiology; ESC). Valutati i dati di persone della “UK Biobank” con un periodo di osservazione di dieci anni. Età media di circa 53 anni e il 47% erano uomini.

Dallo studio è emerso che il 71,4% di coloro che non lavoravano di notte dormiva dalle sette alle otto ore al giorno, rispetto a solo il 64,9 per cento di coloro che lavoravano di notte. La percentuale di fumatori o ex fumatori era più elevata tra coloro che lavoravano di notte.

Risultati dello studio, fibrillazione atriale

Lo studio mostra una forte correlazione tra turni di notte e malattie cardiache. Il rischio di fibrillazione atriale è aumentato del 12% quando i turni di notte vengono attualmente svolti su base regolare, rispetto alle persone che lavorano solo durante il giorno. Dopo dieci anni di turni di notte, questo rischio è aumentato del 18%.

Nell’emisfero occidentale, è probabile che circa il 2-3% delle persone soffra di fibrillazione atriale. Circa un terzo di tutti gli ictus è causato dalla fibrillazione atriale, perché possono formarsi coaguli di sangue che entrano nel cervello. Questa forma più comune di aritmia fa sì che gli atri del cuore svolazzino in modo incontrollabile. Il risultato è spesso la formazione di coaguli di sangue che possono sparare nel cervello e innescare ictus lì.

Rischio donne

Secondo il nuovo studio, i turni di notte hanno maggiori probabilità di essere associati alla fibrillazione atriale, soprattutto nelle donne. Per loro il rischio è aumentato del 64% rispetto al puro lavoro diurno. Lo sport di resistenza si conferma mezzo che riduce anche il rischio di danni cardiaci quando si lavora in turni con intensità crescente.

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