Articolo
Testo articolo principale

Tornano i ricordi e tornano i riflettori sul Terremoto del Centro Italia. Il prossimo 24 agosto 2021 saranno 5 anni da quella nefasta scossa. Un terribile evento che ha segnato la vita di tanti. Ancora oggi, restano ben visibili i segni del dramma.

Terremoto, 5 anni di attesa

Torna nuovamente la ricorrenza del 24 agosto.  Il pensiero subito a quella notte e allo scenario apocalittico rinvenuto con le prime luci del mattino. Una scossa alle ore 3:36 classificata 6.0 della scala Richter colpisce il Centro Italia. Pescara del Tronto, Arquata del Tronto, Amatrice, Accumoli, Grisciano e tutte le frazioni sono rase al suolo con morti e gente sotto le macerie. Ingenti danni anche nei comuni limitrofi fino ad Ascoli Piceno che ancora ne porta in sicurezza qualche cicatrice.

Ancora è tutto da ricostruire. Qualcosa si muove ma è troppo poco rispetto a quello che si poteva mare. Le macerie sono state portate via e la messa in sicurezza è stata attuta. Resta ancora l’incognita “ricostruzione pesante”. Ben 5 governi in 5 anni non hanno ancora riportato la maggioranza delle famiglie nelle loro case. In tutto il cratere ancora si attende l’arrivo imponente delle gru, quei simboli di speranza e di ricostruzione. Si intrevade qualche cantiere a lavoro, ma lì dove i danni erano lievi. Apparte qualche sporadica eccezione nel cratere sismico resta tutto ancora da ricostruire.

La rabbia e lo sconforto della gente del posto

Resta la rabbia della gente del posto che non dimenticherà mai quello che ha vissuto e quello che sta affrontando. Tanti purtroppo non ci sono più, anziani che speravano di tornare nelle loro case per vivere gli ultimi giorni e invece non hanno potuto. Tanti che sanno già che non lo potranno fare. Molti giovani hanno dovuto trasferirsi sulla costa o nelle grandi città per poter lavorare e godere dei servizi essenziali. Restano tanti ancora nelle “casette”realizzate al prezzo di ville che putroppo non potranno durare in eterno.

In uno scenario di desolazione poi c’è chi resiste. Chi è rimasto in quelle zone e chi ha avuto la fortuna di arrangiarsi. C’è chi spera che a breve qualcosa finalmente si sblocchi. E chi sicuramente questa settimana sarà infuriato per il ritorno in zona di media e di personaggi istituzionali con nuove promesse.

Il ricordo

In uno scenario apocalittico c’è un territorio ferito socialmente ed economicamente. Percorrendo la Salaria non ci sono più le luci calde di quei paesi che costeggiavano il percorso. D’inverno e anche d’estate le zone fanno fatica a ravvivarsi come prima di quel 24 agosto 2016.

In una porzione di Italia dove il suo patrimonio artistico è stato sbriciolato o compromesso c’è ancora troppo immobilismo. In tutto questo però resta vivo nel cuore della gente, il ricordo di amici, parenti, conoscenti e degli oltre 300 morti che ora purtroppo non ci sono più.

 

TAG: , , ,