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Ieri sera si è svolta un’assemblea pubblica per parlare del Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti approvato dall’ATA il 12 ottobre scorso. Assemblea che si è tenuta nel teatro S.A.L.E. di Appignano del Tronto.

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L’assemblea pubblica sui rifiuti

In un teatro SALE riempito al massimo della capienza consentita, c’erano rappresentanti di associazioni ambientaliste, rappresentanti di comitati e cittadini. Tanti cittadini che volevano capire come stanno davvero le cose. Perchè c’è bisogno di fare chiarezza, ma per davvero. Il piano rifiuti è stato approvato dall’ATA o no? Nel piano è compresa la mastodontica vasca 0 (zero) da un milione di tonnellate di rifiuti o no? E il biodigestore, cos’è? Ancora: l’assemblea dell’ATA convocata da non non-presidente è valida? E il piano votato da un non-presidente è valido?

In sala c’erano anche tre sindaci: Sara Moreschini di Appignano del Tronto, Mauro Bochicchio di Castel di Lama e Fabio Polini di Castignano.

Il resoconto

Riportiamo il comunicato che abbiamo ricevuto, contiene il resoconto dei lavori dell’assemblea.

“Abbiamo parlato del piano d’ambito adottato con la delibera dell’assemblea dell’ATA rifiuti del 12 ottobre.  E abbiamo condiviso l’assurdità di questa pianificazione sovrastimata e iniqua.

Il piano infatti prevede:

a) per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani una discarica nella valle del Bretta, attualmente di proprietà della ditta Geta per 900.000 metri cubi circa.

b) Per il trattamento dei rifiuti indifferenziati un tmb [impianto di trattamento meccanico biologico, ndr] che può trattare 80.000 tonnellate di rifiuti quando la provincia di Ascoli Piceno ne produce 30.000.

c) Un nuovo impianto di biodigestione a Relluce al doppio delle necessità di trattamento di ambito.

A chi servono questi impianti e perché programmare degli impianti che superano in modo assurdo le reali necessità di territorio?

Come Amministratori e cittadini abbiamo la necessità di andare oltre e guardare ad un futuro davvero green.

Quel futuro sostenibile per la salute e l’ambiente scritto nelle direttive europee e non quello paventato dalle bocche di chi non ne conosce bene il significato. E insegue logiche di profitto a dispetto degli uomini e delle donne che vivono nei luoghi che oggi sono maggiormente sfruttati dall’impiantistica dei rifiuti.

Abbiamo deciso insieme di capovolgere questa logica e lo faremo in tutti i modi che la legge ci consentirà.

Grazie davvero a tutte le persone che partecipano, che danno un contributo, e che hanno voglia di scrivere un futuro diverso. Abbiamo molto da combattere ma se lo faremo insieme avremo la possibilità di raggiungere un risultato più equo e rispettoso di tutti. Visti i “pasticci” di una delibera annullabile in quanto non valida, riaprire il tavolo della discussione è un dovere di tutti. I cittadini devono essere ascoltati”.

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