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Le indagini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Fermo hanno consentito di accertare 27 casi di indebita percezione di misure di sostegno economico. Per complessivi  70.000 euro.

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Le indagini della Guardia di Finanza

I militari del Comando provinciale di Fermo hanno investigato sempre sotto la supervisione dell’Autorità Giudiziaria. E in costante collaborazione con l’I.N.P.S. Le indagini hanno consentito di individuare 26 persone che percepivano illegittimamente il reddito di cittadinanza, utilizzando dati falsi.

In 8 casi i Finanzieri hanno rilevato l’assenza del requisito della cittadinanza.

12 casi riguardavano percettori che non avevano il requisito della residenza.

In 5 casi l’irregolarità riguardava le informazioni autodichiarate relative al nucleo familiare beneficiario: come l’esattezza della composizione o l’attività lavorativa svolta dagli appartenenti.

Poi c’è il caso di un cittadino italiano che ha omesso di comunicare le proprie possidenze immobiliari. Ha riscosso il reddito di cittadinanza per 11 mesi benchè proprietario di otto terreni coltivati nella provincia di Foggia (uliveti, vigneti e mandorleti). Proprietà non indicate nella domanda per ottenere il beneficio.

Ai percettori abusivi di reddito di cittadinanza, si aggiunge un cittadino albanese che incassava illegittimamente l’assegno sociale. Aveva omesso di dichiarare le somme percepite in qualità di insegnante di danza.

In conclusione, la GdF ha accertato undanno alle casse dello Stato e alla collettività per  70.000 euro. E ha impedito che venissero erogati ulteriori 80.000 euro ai percerttori abusivi di reddito di cittadinanza.

Le pene previste

I militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Fermo hanno denunciato alla competente autorità giudiziaria 26 persone.

La norma penale prevede la reclusione da due a sei anni per chi rende/utilizza dichiarazioni/documenti falsi o attestanti cose non vere. Medesima pensa per chi omette informazioni dovute al fine di ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza.

A questa sanzione si aggiunge la denuncia per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (articolo 483 codice penale), ulteriormente punita con la reclusione fino a due anni.

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