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La Giunta della Regione Marche stanzia contributi per l’implementazione della funzione sociale ed educativa degli oratori. Si tratta di 300 mila euro per l’annualità 2021 a favore delle Diocesi marchigiane e della Regione ecclesiastica Marche.

Il Protocollo con la Regione Ecclesiastica Marche

La funzione educativa, formativa e di inclusione sociale che svolgono gli oratori nelle comunità locali viene riconosciuta dalla Regione con la legge 11 novembre 2008, n. 31 “Interventi per la valorizzazione della funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori e dagli enti religiosi che svolgono attività similari”.  E viene affermata anche dal Protocollo di intesa con la Regione Ecclesiastica .

La grave situazione socio-sanitaria determinata dal covid ha imposto anche agli oratori una serie di complessi interventi di tipo organizzativo il cui costo potrà essere ammesso a contributo. Lo stanziamento di 300mila euro è mirato a finanziare attività che garantiscano l’effettivo e regolare funzionamento degli oratori, specialmente in questo periodo di pandemia. E che possano garantire esperienze di socialità e comunità in sicurezza nonchè la creazione di reti tra i giovani attraverso integrazione digitale e uso sapiente della tecnologia. E’ finalizzato a sostenere, inoltre, la realizzazione di percorsi di integrazione e recupero di soggetti fragili a rischio di emarginazione sociale o povertà educativa. Una quota parte, infine, è destinata specificamente alla formazione di responsabili di oratorio, operatori, personale ausiliario e partecipanti alle attività. Tale contributo sarà trasferito alle 13 Diocesi marchigiane e ripartito sulla base della popolazione in fascia di età 0-18 residente e dell’estensione territoriale.

Il commento

“Le attività sociali ed educative degli oratori parrocchiali – dichiara l’assessore all’istruzione Giorgia Latinisono molto importanti per la comunità.  Sostengono la crescita delle giovani generazioni avendo cura di prevenire ogni possibile condizione di disagio e di contrastare le situazioni di devianza giovanile”.

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