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Il Crocifisso del SS. Salvatore, il più antico delle Marche, è tornato ad Arquata del Tronto. Dopo l’esposizione nella mostra “Il mondo salverà la bellezza?” di Castel Sant’Angelo, a Roma, nella giornata ieri l’antica e venerata statua lignea è stata restituita alla Chiesa dell’Area SAE di Borgo. In attesa che la sua sede naturale, la Chiesa dell’Annunziata di Arquata, venga ristrutturata negli anni a venire.

arquata del tronto crocifisso SS Salvatore

Il SS Salvatore di Arquata del Tronto

Il Crocifisso fu recuperato dalle rovine del 24 agosto 2016 dal Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri, Carmelo Grasso.

In questi mesi è stato esposto nella mostra “Il mondo salverà la bellezza?” di Castel Sant’Angelo. Una esposizione di opere recuperate da furti e calamità naturali. Nella stessa sala c’erano opere provenienti da Accumoli e Amatrice, altre due realtà devastate dal terremoto del 2016.

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Il SS. Salvatore per la comunità Arquatana non è solo un riferimento religioso o un’opera d’arte: è un vero e proprio fondamento identitario. Un deposito di ricordi a cui attingere per trarre forza. Il segno di una religiosità profonda che ha radici nel passato delle famiglie che la compongono. Il Crocifisso, in sostanza, è parte della storia sociale del territorio di Arquata del Tronto: il fatto che sia un’opera d’arte ne aumenta l’importanza. Ma non la costituisce.

Per tutte queste ragioni, le associazioni Proprietari di Arquata Capoluogo, Arquata Potest e Arquata Futura avevano chiesto alla Soprintendenza di evitare la permanenza a tempo indeterminato del Crocifisso in un deposito da qualche parte. In attesa di un restauro che non si sa quando avverrà.

La testimonianza

Particolarmente toccanti le parole del Tenente Colonnello Carmelo Grasso. Ha ricordato come, durante il recupero dell’opera il 28 agosto 2016, mentre si trovava con un collega a trasportarlo fra le macerie di Arquata, fosse rimasto impressionato dell’espressività del Crocifisso. Gli sembrava che avesse l’espressione di una persona spaesata nel non vedere intorno a sé le facce a lui note. Un effetto che il SS. Salvatore aveva fatto anche a più visitatori durante i 3 anni di permanenza presso la Cattedrale di Ascoli Piceno.

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