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Il progetto Appennino Alto Fermano dopo un primo via libera, è rimasto impantanato in Regione. E l’area non è ancora stata riconosciuta a livello nazionale. Manca, infatti, lo step conclusivo.

Eppure il progetto è nato con l’intento di contrastare spopolamento, crisi demografica e problemi post sisma dell’entroterra dell’alto Fermano. Obiettivi, questi, su cui la Regione Marche sta puntando con decisione in tutto il territorio di competenza.

I Comuni interessati sono 7: Amandola, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Monte Rinaldo, Santa Vittoria in Matenano e Smerillo.

I Sindaci, tutti e 7, hanno scritto una lettera al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: chiedono un suo intervento, deciso, nei confronti del Governo.

La nota dei Sindaci di Appennino Alto Fermano

Riportiamo integralmente il comunicato ricevuto dai Sindaci dei Comuni di Amandola, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Monte Rinaldo, Santa Vittoria in Matenano e Smerillo. 

“Doveva essere l’occasione di rilancio, ripartenza e rinascita per i Comuni montani della Provincia di Fermo, ma, per ora, così non è stato. Carte alla mano, il progetto è lungimirante e quanto mai innovativo. Ma nella realtà dei fatti, al momento, non c’è il parere favorevole del Governo.

Stiamo parlando dell’Appennino Alto Fermano, un’area interna pensata e voluta da tutte le Amministrazioni montane della nostra Provincia. Questo nuovo sistema geografico, politico e sociale, vede infatti coinvolti 7 Comuni. Amandola è l’ente capofila, al suo fianco ci sono Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Monte Rinaldo, Santa Vittoria in Matenano e Smerillo.

L’Area ha iniziato ad acquisire concretezza nel luglio del 2018, quando, con l’ex presidente Ceriscioli, è stata riconosciuta come 5° Area Interna della Regione Marche. Da quel momento, la strada sembrava essere in discesa.  Infatti i Sindaci iniziarono anche a stilare le strategie e le direttive da seguire per il rilancio del territorio.

Tuttavia, mancava un ultimo fondamentale step che permettesse all’Appennino Alto Fermano di essere messo allo stesso livello di molte altre Aree nel panorama nazionale.

Infatti, dopo l’approvazione dalla Regione, a tutt’oggi l’Area fermano-appenninica non è ancora stata riconosciuta a livello nazionale. In sintesi, manca l’approvazione da parte del Comitato tecnico nazionale per le Aree interne (CTAI) attraverso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Va presentata la richiesta al fine di avviare il procedimento per il riconoscimento della nostra area montana nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne.

Insomma, sul territorio regionale l’Appennino Alto Fermano è stato riconosciuto, ma manca il via libera dal Governo Centrale. E al momento la richiesta è ferma in Regione.

Abbiamo inviato una lettera al presidente Acquaroli, dove chiediamo di intraprendere tutte le iniziative necessarie per favorire la ripartenza dell’iter di riconoscimento della nostra Area.

La volontà condivisa dai Sindaci è quella di proseguire sui binari intrapresi nel 2018.

A maggior ragione proprio ora, dopo la pandemia ed a seguito delle nuove opportunità creatisi per le aree interne e i piccoli borghi. Il nostro obiettivo è quello di inserire, a pieno titolo, l’Appennino Alto Fermano nella Strategia Nazionale Aree Interne, così da proseguire il percorso di rinascita e sviluppo dell’area montana.

Con l’emergenza sanitaria e la ricostruzione, si sono create nuove opportunità: è il momento di capitalizzarle in maniera sinergica. Puntando sugli investimenti post-sisma, sul PNRR e, con uno sguardo più ampio, sui fondi strutturali comunitari.

Andando in medias res, l’Area interna Appennino Alto Fermano rappresenta un qualcosa di quanto mai lungimirante ed innovativo, che va oltre i consueti confini geografici, lasciandosi alle spalle campanilismi e divisioni. Puntando, invece, sulle infinite potenzialità di queste terre.

La nostra strategia ha i suoi punti cardine nel potenziamento delle istituzioni locali, nel coinvolgimento della popolazione e nell’integrazione di fondi e finanziamenti.

Il tutto avendo obiettivi condivisi. 

E’ inutile girarci intorno, il nostro territorio ha molte criticità, basti pensare a spopolamento o crisi demografica, alle infrastrutture insufficienti o al declino dei posti di lavoro. Senza dimenticare il calo degli alunni nelle scuole, la lenta ricostruzione post sisma, le problematiche legate alla pandemia. E il sempre più frequente abbandono di centri storici e borghi.

L’obiettivo è quello di superare tutte queste difficoltà, puntando con forza sulle nostre potenzialità. Distretto montano dei servizi socio sanitari, turismo, agricoltura ed economie integrate: queste sono le strade da intraprendere.

Unendo le nostre risorse e capacità, avremo un rafforzamento dei servizi sanitari, scolastici e di trasporto. Oltre ad un concreto sviluppo locale, anche attraverso filiere agro-montane ed energetiche.  Allo stesso tempo, punteremo con forza sul sistema turistico e sul patrimonio artistico, culturale e paesaggistico.

Si tratta di un programma chiaro e preciso, che si realizzerà entrando nella Strategia Nazionale Aree Interne. Ed è questo che chiediamo compatti al nostro Presidente regionale, affinchè intervenga con decisione nei confronti del Governo in questo momento così importante per le decisioni a livello nazionale ed europeo.

I Sindaci del Territorio Montano”

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