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Una società irrazionale nella quale si elevano posizioni scettiche individuali e movimenti di protesta. Questo è il quadro generico descritto dal Censis. Un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico che pretende di decifrare il senso occulto della realtà. 

Società irrazionale confermata dal rapporto Censis

L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale italiano. A confermarlo i dati del 55° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Per il 5,9% degli italiani,circa 3 milioni di persone, il Covid non esiste. Per il 10,9% il vaccino è inutile e inefficace. Il 31,4% è un farmaco sperimentale e le persone che si vaccinano fanno da cavie. Infine, il 12,7% la scienza produce più danni che benefici. Si osserva così una diffusa irragionevole disponibilità a credere a superstizioni premoderne, pregiudizi antiscientifici con teorie infondate e speculazioni complottiste. 

Una preoccupante distorsione legata alla pandemia, ma che ha radici socio-economiche profonde. Sempre più presente il gran rifiuto del discorso razionale, cioè degli strumenti con cui in passato si è costruito il progresso e il benessere: la scienza, la medicina, i farmaci, le innovazioni tecnologiche. 

Investimenti sociali

Si è entrati nel ciclo dei rendimenti decrescenti degli investimenti sociali. Questo determina il circolo vizioso di bassa crescita economica con ridotti ritorni in termini di gettito fiscale. Conseguentemente si innesca la spirale del debito pubblico, una diffusa insoddisfazione sociale e la ricusazione del paradigma razionale. La fuga nell’irrazionale è l’esito di aspettative soggettive insoddisfatte, pur essendo legittime in quanto alimentate dalle stesse promesse razionali. Ben l’81% degli italiani ritiene che oggi è molto difficile per un giovane vedersi riconosciuto nella vita l’investimento di tempo, energie e risorse profuso nello studio. Il 35,5% è convinto che non conviene impegnarsi per laurearsi, conseguire master e specializzazioni, per poi ritrovarsi invariabilmente con guadagni minimi e rari attestati di riconoscimento.

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