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Come ogni anno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno ha affidato l’analisi del contesto di riferimento all’interno del quale opera all’Università Politecnica delle Marche. Gli indicatori (*) impiegati per valutare lo stato di benessere economico della comunità delineano un quadro negativo nel confronto con i dati medi regionali e nazionali. Tutti i parametri esaminati relativamente a reddito disponibile, retribuzioni, pensioni e stock di patrimonio delle famiglie evidenziano, infatti, una situazione di rilevante fragilità economica.

I dati dello studio della Fondazione Carisap

Nel Piceno il reddito medio disponibile pro-capite risulta inferiore di oltre 1.600 euro rispetto alla media nazionale. E di oltre 1.800 euro rispetto alla media della regione Marche.

Scostamenti negativi rilevanti si verificano anche in relazione alla retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti e all’importo dei redditi da pensione.

Ancora, l’incidenza di soggetti titolari di pensioni di basso importo è più elevata nel territorio di riferimento della Fondazione rispetto alla media regionale e nazionale.

Più in linea con i dati regionale e nazionale è il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie, che sintetizza la vulnerabilità finanziaria delle famiglie. La tendenza alla riduzione registrata negli ultimi anni interessa anche l’ascolano dove si passa dal 2% del 2015 allo 0,7% del 2020. L’andamento di questo parametro non sembrerebbe risentire dell’impatto della crisi pandemica, probabilmente grazie al potenziamento degli interventi a sostegno delle famiglie indebitate. Ma anche grazie alla tradizionale propensione al risparmio delle famiglie italiane e alla contrazione dei consumi verificatasi nell’ultimo anno.

L’emergenza sanitaria ha avuto ripercussioni rilevanti sul mercato del lavoro, in particolare sulle componenti più vulnerabili: giovani, donne e stranieri.

Nel 2020 in Italia il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni è sceso al 62,6%: era il 63,5% nel 2019. Nello stesso periodo nella provincia di Ascoli si sono persi due punti percentuali, passando l’indicatore esaminato dal 66% al 64%. Il tasso ascolano indica dunque una situazione occupazionale migliore rispetto alla media nazionale, sebbene più svantaggiata rispetto alla media regionale (68,9%).

L’indicatore sulle giornate retribuite nell’anno misura il grado effettivo di partecipazione all’occupazione dei lavoratori dipendenti. E riflette la diversa incidenza dell’occupazione discontinua e stagionale nei vari territori. Questo indicatore è calcolato come rapporto percentuale tra le giornate di lavoro complessivamente retribuite nell’anno ai lavoratori dipendenti e il massimo teorico. Massimo teorico che è fissato sulle 312 giornate annue di un dipendente occupato a tempo pieno.

Nel 2019 la media italiana è del 78%, con il valore più elevato dell’indicatore che raggiunge l’86% nella provincia di Lecco. Nella provincia di Ascoli il dato si attesta al 74,4%.

Un dato preoccupante da registrare, infine, riguarda il fenomeno degli incidenti sul lavoro. Infatti il tasso di infortuni mortali e di inabilità permanente si attesta a un livello doppio rispetto alla media nazionale: 22,5 contro l’11,3.

(*) Gli indicatori statistici esaminati, articolati nelle differenti tematiche, sono aggiornati all’ultimo anno disponibile alla data del 30 luglio 2021.

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