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Freedom Convoy, continuano le proteste alla frontiera tra Canada e Stati Uniti. In questa zona, ormai da diversi giorni, i camionisti si sono organizzati per paralizzare le vie di comunicazione, esprimendo contrarietà contro l’obbligo vaccinale imposto ai lavoratori transfrontalieri.

Parallelamente, i moti di dissenso si stanno espandendo anche oltreoceano, investendo Nuova Zelanda e Australia.

Freedom Convoy: la situazione canadese

La situazione in Canada è ancora incandescente, tanto che il sindaco di Ottawa Jim Watson, come riporta Open, ha dichiarato lo stato di emergeza. Il motivo della scelta è legato all’incontrollabilità della situazione nella capitale. Il numero dei manifestanti, infatti, sembrerebbe essere di gran lunga superiore a quello delle forze dell’ordine. 

Il motivo del dissenso non investe solo l’obbligo vaccinale per i guidatori di camion: i manifestanti chiedono un generale allentamento delle regole anti-Covid vigente nella nazione.

Il movimento libertario sta ottenendo le prime vittorie: il giornale Toronto Star riferisce che Jason Kenney, premier dell’Alberta, ha annunciato l’annullamento del sistema di passaporti vaccinali in vigore, sottolinenando che il Paese  non può rimanere in un perpetuo stato di emergenza. L’allentamento avverrà per gradi, fino alla quasi totale revoca di tutte le misure. Tutto ciò dovrebbe avvenire, secondo il premier, in tempi brevi: già da marzo gran parte delle restrizioni potrebbero essere eliminate.

Nel frattempo, la protesta si allarga anche ad altre zone del Canada, come – riferisce il Toronto SunToronto.

Le proteste in Nuova Zelanda

Le proteste ispirate dai truckers canadesi si diffondono oltreoceano. Manifestazioni simili stanno avvenendo infatti in Nuova Zelanda.

Ormai da quasi due anni, la Nuova Zelanda ha adottato rigide misure per contrastare la pandemia, bloccando i movimenti alla frontiera e imponendo l’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori. Nella giornata di ieri (martedì 8 febbraio) nelle strade attorno al Parlamento, che si trova nella capitale, Wellington, si sono riversati camion e camper, protestando anche qui contro la vaccinazione e contro le misure di contrasto al Coronavirus.

Secondo quanto riportato da Rai News, il primo ministro Jacinda Arden non avrebbe intenzione di ascoltare le ragioni dei manifestanti, che rappresenterebbero una minoranza nel Paese, caratterizzato da un tasso di vaccinazione altissimo.

Il clima di tensione in Australia

Dopo la Nuova Zelanda, le proteste sono arrivate in Australia. Anche qui, l’avvio è stato ispirato dal Freedom Convoy canadese.

I moti di dissenso australiani hanno avuto luogo nella capitale Canberra, come riportato dal Washington Post. Centinaia di auto, camion e camper sono partiti da tutto il paese riversandosi nella capitale, sotto la sede del Parlamento.

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