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Nel 2020 le Marche hanno esportato in Russia merci per un valore di oltre 274 milioni di euro. In generale, il comparto calzature esporta verso questa destinazione circa il 90% delle sue produzioni.

Sono sufficienti questi due dati per capire quanto il conflitto in Ucraina e le conseguenti sanzioni alla Russia impattino sull’economia marchigiana. La merce ordinata è pronta da spedire ma ferma, altri ordini sono già in produzione ma non potranno essere consegnati. E i pagamenti sono bloccati.

Marche: l’export verso la Russia

Nel 2020 le Marche hanno esportato in Russia principalmente prodotti del settore calzaturiero per oltre 91 milioni di euro. Valore ragguardevole che rappresenta una quota del 33,3% sul totale delle esportazioni della regione verso il Paese.

Queste esportazioni, inoltre, rappresentano il 27,2 % dell’export di settore dall’Italia verso la Russia.

Rispetto agli anni precedenti, le esportazioni del calzaturiero marchigiano verso la Russia si erano già contratte del 24,7% a causa della pandemia.

Per quanto riguarda gli altri settori: quello degli apparecchi elettrici rappresenta il 14,8% dell’export Marche – Russia, la meccanica il 13,5% e il mobile il 9,8%.

Marche: l’incontro con imprenditori e categorie

Il presidente della Regione Francesco Acquaroli, gli assessori Mirco Carloni e Guido Castelli e il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, hanno incontrato in videoconferenza una delegazione di 50 imprenditori. Più i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria.

“Lo scenario che abbiamo di fronte – ha detto Acquaroli – è drammaticamente preoccupante e in continua evoluzione. Certamente non è rassicurante per le nostre imprese marchigiane che sui mercati dell’est europeo avevano costruito negli anni rapporti consolidati. Oggi è tutto diverso e su questa nuova configurazione stiamo lavorando. Nell’immediato per dare risposte insieme al Governo nazionale a quelle che sono le emergenze di carattere economico e in prospettiva per andare a conoscere nuovi mercati. E cogliere nuove opportunità”.

“Il nostro primo pensiero – ha proseguito Carloni – va alle vittime e alla popolazione ucraina che sta subendo questa aggressione. Abbiamo parlato dei riflessi di questa guerra sulla nostra economia regionale che purtroppo rischiano di essere drammatici. Alcune nostre imprese hanno una forte propensione per i mercati russi, per quello ucraino e in generale per l’area asiatica.

Quanto sta accadendo rischia di creare una incertezza pesante per molti produttori, soprattutto del settore fashion: moda e scarpe.

Abbiamo già in mente alcune idee per cercare di portare sollievo alle eventuali perdite di fatturato delle nostre aziende”.

“L’ascolto e il confronto con imprenditori e associazioni di categoria – ha detto Sabatini – ci rende chiaro che due sono le strade da percorrere in contemporanea. Aprire nuovi mercati per le nostre esportazioni, perché i rischi per chi si muove sul mono mercato sono sempre più pesanti. E trovare velocemente risorse (non esclusa la cassa integrazione straordinaria) che siano sostegno concreto per gli imprenditori. Penso in particolare agli imprnditori del distretto fermano-maceratese della calzatura, della pelletteria e della moda.

Il prossimo appuntamento del MICAM ci vedrà muoverci in uno scenario ancora una volta mutato.

Nonostante gli sforzi e il successo ottenuto con la possibilità di accesso in Italia riconosciuta ai vaccinati con lo Sputnik, dobbiamo moltiplicare gli sforzi verso altre soluzioni da mettere a punto velocemente con la Regione Marche e il supporto di ICE. A Milano ancora una volta saremo presenti con i più alti vertici istituzionali per trovare risposte puntuali alle richieste che vengono direttamente dal mercato marchigiano. Un mercato tra i più colpiti economicamente, in Italia, da questa nuova crisi”.

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