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Ance Marche annuncia il blocco dei cantieri edili in tutta la regione. La decisione è stata presa per una settimana, ma pronti ad andare avanti ad oltranza.

Ance Marche, blocco cantieri

Stefano Violoni, Fabio Fiori, Massimo Ubaldi, Massimiliano Celi, Carlo Resparambia e Rodolfo Brandi – presidenti delle Ance delle Marche – denunciano estreme condizione di disagio. Il tutto dovuto al rialzo esponenziale e smisurato dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Tali aumenti coinvolgono marcatamente l’attività degli imprenditori edili. Attività fortemente penalizzata dall’impossibilità di governare i prezzi finali e, quindi, di scaricare gli aggravi dei costi.

Dal Governo misure insufficienti e inefficaci: occorrono urgenti correttivi per contrastare i costi alle stelle e l’irreperibilità dei materiali. “Se fino a pochi giorni fa i rincari delle commodities e l’irreperibilità dei materiali rappresentavano per tutti noi una marcata criticità, con lo scoppio della guerra russo-ucraina ci ritroviamo sopraffatti dagli eventi e in condizioni di grave emergenza”.

La decisione

I referenti Ance Marche durante la confernza stampa lanciano la loro protesta. “Con l’escalation del conflitto abbiamo assistito al macroscopico rialzo dei prezzi di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà le imprese, i trasporti e la gestione delle consegne. A peggiorare ulteriormente le cose, dalla metà della scorsa settimana tutte le acciaierie nazionali ed europee hanno bloccato le vendite. Una situazione ormai fuori controllo, con prezzi alle stelle e materiali introvabili.

È chiaro a tutti che in assenza di immediate contromisure, come l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti, nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate. Ad oggi mancano le condizioni per lavorare seriamente e serenamente. Da mesi leviamo in coro le nostre voci alle istituzioni, alla stampa e alle televisioni, ma siamo rimasti inascoltati. Il grido di allarme dei nostri territori non si può più ignorare e merita risposte concrete e immediate. Giunti a questo punto, ci troviamo costretti ad interrompere tutte le nostre attività, per una prima settimana, come ultimo strumento per denunciare il clima di esasperazione/disperazione che molti di noi stanno vivendo”.

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