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Proseguono i lavori sul fronte franoso all’ingresso della frazione di Colle di Arquata del Tronto. Dopo il terremoto, infatti, il borgo è rimasto in piedi. Nessun crollo, solo inagibilità su alcuni edifici. Un piccolo miracolo nella devastazione che le scosse di agosto e ottobre 2016 hanno portato nel territorio di Arquata.

Il problema nella piccola frazione però è un altro. Annoso, delicato, pericoloso. Che ha già procurato diverse situazioni di isolamento forzato agli abitanti del luogo, posto a 1.100 metri sul livello del mare, proprio sulla linea di confine tra Marche e Lazio.

Arquata del Tronto: il fronte franoso di Colle

Laddove non è riuscito il terremoto, però, ecco la frana. Il costone di roccia che costeggia la SP20, poco prima del paese, ha messo più volte a repentaglio la viabilità, con il rischio di causare seri danni anche alle persone.

L’ultimo caso in ordine di tempo è riferibile al marzo del 2020, quando il maltempo provocò la caduta di grandi massi e di detriti, causando il blocco temporaneo del transito e il conseguente isolamento. 

“I lavori di consolidamento, risanamento e riduzione del rischio idrogeologico sono prioritari, necessari a porre un marchio di garanzia sulla sicurezza di Colle, dei suoi abitanti. E anche di tutti coloro che stanno lavorando nel processo di ricostruzione. Per questo la Regione ha sbloccato fondi per quasi 3 milioni di euro”, ha spiegato l’assessore alla ricostruzione della Regione Marche Guido Castelli. “L’intervento, molto atteso nonché particolarmente complicato, si prospetta quindi risolutivo – ha proseguito. – Dopo le fasi progettuale, burocratica e la partenza, il team operativo sta lavorando alacremente per garantire il rispetto dei tempi. E l’avanzamento dei lavori sta procedendo in anticipo rispetto al cronoprogramma». 

arquata del tronto

Tecnico che si cala sulla frana

In cabina di regia ci sono l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione e il Genio Civile delle Marche.

“Ribadisco: l’aspetto più importante per chi a Colle ci vive, ci torna o ci lavora è quello relativo alle tempistiche – riprende Castelli -. Se tutto filerà per il meglio entro l’estate dovrebbero essere portate a termine tutte le opere principali. Quelle che garantiranno la sicurezza della strada e, di conseguenza, del paese. Anche e soprattutto in vista della stagione più a rischio da questo punto di vista, cioè quella invernale caratterizzata da forti piogge, nevicate e maltempo”.

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Tecnici e software al lavoro

I lavori sul fronte franoso

Incaricata delle operazioni sul costone è l’ATI costituita dalle ditte Consorzio stabile BGP Mountain Scarl di Bergamo e Mara S.r.l. di Como, realtà altamente specializzate nell’agire in complicate situazioni di dissesto idrogeologico. Pronte a mettere in campo una serie di tecnologie d’avanguardia, poichè per i lavori è necessario anche l’utilizzo di un elicottero.

Tra le misure pianificate per porre rimedio al fronte franoso, il posizionamento di barriere trasversali e paramassi, tutto modellato con sistemi informatici appositamente predisposti con software evoluti in grado di ipotizzare le varie traiettorie di caduta. E di valutare le energie dei massi indicando il punto esatto in cui porre le barriere.

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