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Lavoro e criticità, oltre 1 milione di giovani under 35 non studia e non cerca occupazione. Circa 40mila giovani tra 25 e 34 anni sono espatriati per trovare lavoro. I dati sono stati condivisi dalla rilevazione di Confartigianato.

Lavoro, oltre 1 milione di giovani under 35 non studia 

Secondo la rilevazione di Confartigianato, la distanza dei ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo posto in Europa. Nello specifico il primato è per la maggiore percentuale di Neet, pari al 23,1%, sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni. La media europea si attesta, invece, al 13,1%. Addirittura, nel 2020, abbiamo toccato il numero più alto nell’ultimo decennio di under 35 inattivi che non studiano e non sono disponibili a lavorare: ben 1.114.000.

Contemporaneamente cresce il fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani. Tra il 2016 e il 2020, tra i giovani italiani under 40 laureati, gli espatri superano i ritorni in Italia di 65 mila unità. Il rapporto di Confartigianato mette anche in evidenza la voglia di fare impresa dei giovani italiani. Record positivo di Paese europeo con il maggior numero di imprenditori e lavoratori autonomi under 35. I giovani imprenditori sono ben 694mila e sono 123.321 le imprese artigiane con a capo un under 35.

La situazione

A livello regionale, la percentuale più alta di Neet si riscontra in Sicilia. Il 36,3% sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni. Seguono la Campania (34,1%), la Calabria (33,5%), la Puglia (30,6%) e il Molise (27,7%). All’altro capo della classifica la Provincia autonoma di Bolzano (13,3%), il Veneto (13,9%), l’Emilia Romagna (15,1%). Non brillano nemmeno per l‘integrazione tra scuola e lavoro. L’Italia è al 22esimo posto in Europa per la quota di occupati under 30 impegnati in percorsi formativi. Appena il 5,2% dei giovani di questa fascia di età. In Europa si arriva ad una media del 15,2% e in Germania addirittura si sale al 24,4%.

Confartigianato

Vogliamo un’Italia a misura di giovani e di piccola impresa – sostiene il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – Con riforme che liberino energie e talenti, accrescano le competenze, migliorino l’efficienza dei servizi pubblici, eliminino ostacoli e oneri fiscali e burocratici. Solo investendo sulle nuove generazioni e sulla loro formazione possiamo garantire futuro al made in Italy”.

“Il nostro rapporto – sottolinea Davide Peli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianatomette in luce l’urgenza di cambiare passo nelle politiche giovanili. Il futuro è già oggi. Quindi servono interventi immediati per ridurre il gap tra scuola, sistema della formazione e mondo del lavoro, investimenti per favorire il passaggio generazionale nelle imprese, sostegni per i giovani che si mettono in proprio soprattutto sul fronte dell’innovazione, della ricerca e dell’internazionalizzazione”.

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