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Alla fine il calo produttivo di grano duro nelle Marche si dovrebbe assestare sul -10%, lo annuncia Coldiretti regionale. Una resa in ribasso, ma fortunatamente migliore rispetto alle previsioni iniziali.

Coldiretti Marche: i problemi

Il calo produttivo di grano duro è la conseguenza della drammatica siccità che si sta vivendo nelle Marche. La trebbiatura è già in atto e le aziende agricole sono alle prese anche con i rincari, soprattutto per quel che riguarda il gasolio. Perchè è proprio il caro carburante il secondo aspetto che piega gli agricoltori in questo periodo, con il prezzo che negli ultimi due anni è più che triplicato. Superando anche la soglia dell’1,50 euro al litro.

La minor produzione deve fare i conti anche con l’aumento del resto delle materie prime, come concimi (+170%) e sementi (+90%).

Morale: secondo uno studio del Crea le aziende cerealicole hanno oltre 18mila euro di spese correnti in più in un anno.

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Trebbiatura nelle Marche

Da una parte gli effetti del conflitto in Ucraina, dall’altro i cambiamenti climatici. Il tutto, spiegano da Coldiretti “si fa sentire anche sui consumatori con i prezzi che dal grano al pane aumentano da 6 a 12 volte. Tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito. Quest’ultimo venduto da 2,7 euro al chilo a 5,4 euro al chilo”.

Coldiretti Marche: i dati

Le Marche sono il terzo granaio d’Italia, dopo Sicilia e Puglia. Oltre 100mila ettari di terreno sono coltivati a grano duro (4,2 milioni di quintali di produzione 2021, secondo l’Istat). Mentre il grano tenero ne conta quasi 14mila, con una produzione di 684mila quintali. “

“A preoccupare le imprese – spiega Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – è la riduzione delle rese del grano, ma in gravissima difficoltà ci sono anche girasole, mais e gli altri cereali. Per non parlare di pascoli, alimentazione animali, ortaggi e frutta. In questo scenario di profonda emergenza idrica, poi, è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili. Dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo. Occorre prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subìti a causa della siccità. Ma anche per favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo finalizzati ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.

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