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Impresa e fallimenti, al rientro dalle ferie i tante aziende potrebbero subire un forte innalzamento di chiusure. La causa principale sarà per crediti inesigibili. Nello specifico per insolvenze in grandissima parte imputabili alle inadempienze della nostra PA. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

Impresa, rischio boom fallimenti per crediti inesigibili

Al rientro dalle ferie i fallimenti potrebbero subire un forte innalzamento. Come in tutte le recessioni, gli effetti si esplicitano successivamente. Il tutto dopo le difficoltà causate dal Covid nel biennio 2020-2021 e a seguito degli effetti negativi riconducibili alla guerra in Ucraina scoppiata verso la fine di febbraio. A partire dal prossimo autunno il numero dei fallimenti potrebbe tornare a crescere e subire una brusca impennata nel corso del 2023. Protagonista sarà una specificità tutta italiana. Molte di queste imprese chiuderanno i cancelli non per impossibilità di pagare i propri debiti, ma per insolvenze in grandissima parte imputabili alle inadempienze della PA.

A trainare tutta la situazione, il deterioramento del quadro economico generale. Il caro energia e carburanti si sommano all’impennata dell’inflazione. In questo quadro allarmante, si dovrà considerare anche l’impossibilità di cedere i crediti acquisiti con il superbonus 110 per cento. Crediti che ammontano a circa 4 miliardi di euro. I mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione (PA) nei confronti dei propri fornitori, secondo l’Eurostat sono almeno 55,6 miliardi di euro, costringeranno molte imprese a portare i libri in tribunale.

10 anni di decrescita

Da 10 anni a questa parte si sono registrati sempre meno fallimenti in Italia. Il numero massimo di fallimenti si è registrato nel 2014 con 14.735 casi. Dopodiché una progressiva riduzione che si è arrestata nel 2020 a quota 7.160 casi. Questo dato è stato sicuramente condizionato dalla particolarità di un anno in piena pandemia e a causa del lockdown. Anche i tribunali fallimentari sono stati chiusi per molti mesi, influenzando negativamente la produttività degli uffici, anche in termini di sentenze. Nel 2021, infine, il dato ha iniziato a risalire e alla fine dell’anno si è attestato a 8.498 unità.

 

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