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di Maurizio Petrocchi (*)

Il sistema italiano dei Servizi sociali vede la distribuzione delle competenze divise tra i diversi livelli istituzionali. E prevede che all’interno del territorio nazionale siano garantite l’erogazione delle prestazioni minime, i cd. livelli essenziali delle prestazioni sociali, LEPS.

I LEPS sono importanti in quanto servono a definire l’entità delle risorse perequative assegnate a ciascun ente nel quadro del sistema di finanza decentrata. Ma anche le materie di loro competenza (vanno dagli asili nido, all’assistenza sociale, a quella per agli anziani non autosufficienti, al trasporto scolastico dei disabili). Elementi necessari per misurare la distanza esistente tra la situazione attuale e gli standard di riferimento. Secondo la legge di bilancio 2022, i LEPS vanno garantiti a livello di ambito territoriale sociale (ATS), che quindi rappresenta l’unità geografica di riferimento. Per gli asili nido ad esempio il LEPS, da raggiungere entro il 2027, è fissato in una quota di posti autorizzati (pubblici e privati) in rapporto alla popolazione fino a 3 anni pari al 33%.

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Gli Ambiti territoriali sociali delle Marche

I dati nelle Marche

In base ai dati disponibili fino al 2019, nei 23 ATS delle Marche la quota di posti autorizzati è pari al 27,5%. Un dato superiore alla media nazionale, ma inferiore a quello delle Regioni del Centro di quasi 5 punti percentuali. All’incirca un ATS su tre raggiungeva il target e nessuno di essi era del tutto privo di posti autorizzati. Più di un terzo dei posti era offerto da ATS con un livello del servizio superiore al LEPS, mentre circa i due quinti da ambiti prossimi al raggiungimento dello stesso. I posti pubblici, componente principale dell’offerta complessiva, erano pressoché interamente occupati in tutte le classi.

Nell’ambito del PNRR sono stati finora predisposti due bandi per il rafforzamento dell’offerta pubblica. Il riparto dei fondi è stato realizzato sulla base di criteri non sempre coerenti con il conseguimento dell’obiettivo.

Alle Marche sono state destinate risorse per 0,1 miliardi, pari a circa il 3% del totale reso disponibile dai bandi.

Tale importo beneficia di un surplus di risorse, fra i più ampi tra le regioni italiane, rispetto a quello che si sarebbe ottenuto qualora i fondi fossero stati assegnati in proporzione al divario attualmente esistente rispetto al LEPS.

Gli assistenti sociali

Per quanto concerne gli assistenti sociali, il LEPS prevede che in ogni ATS vi sia una persona assunta a tempo indeterminato ogni 5.000 abitanti. Nella media degli ATS marchigiani rilevati, nel 2020 il numero di assistenti sociali in organico era inferiore di circa un terzo rispetto al valore corrispondente al LEPS, a fronte di poco più dei due quinti nel Centro e di un quarto in Italia. Solo il 5% degli ATS marchigiani raggiunge il rapporto 1/5.000 e circa il 10% è completamente privo di assistenti sociali a tempo indeterminato. Poco più di un quinto della popolazione marchigiana vive in ATS caratterizzati da un rapporto fra assistenti sociali e popolazione inferiore a 1/10.000 e circa il 30% risiede nella fascia prossima al target LEPS, che è l’unica a poter beneficiare dal 2021 di contributi aggiuntivi previsti dalle leggi di bilancio per raggiungere il target.

anziani marche

Dal 2025 la quota degli over 65 non autosufficienti coperta dal servizio in ciascun ATS dovrà essere almeno pari al 2,6%

Assistenza agli anziani non autosufficienti

Per l’assistenza agli anziani non autosufficienti, dal 2025 la quota degli over 65 coperta dal servizio in ciascun ATS dovrà essere almeno pari al 2,6%. In base ai dati Istat sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni, nelle Marche la quota di anziani assistiti in forma domiciliare era nel 2018 pari all’1,0%. Non vi erano ATS nelle Marche totalmente privi del servizio, mentre solo poco più del 4% aveva già raggiunto l’obiettivo. Circa i due quinti della popolazione anziana risiedevano in ambiti che raggiungevano meno della metà dell’obiettivo. Il PNRR ha finora individuato una linea di intervento a favore dell’autonomia degli anziani non autosufficienti incentrata su progetti per la riqualificazione degli spazi abitativi. Le Marche beneficeranno di quasi il 2% delle risorse complessive, una quota meno che proporzionale rispetto a quella della popolazione anziana residente in regione.

Sanità

La sanità, a cui è indirizzata la componente principale della spesa primaria corrente della Regione, rappresenta uno degli ambiti di intervento maggiormente interessati dalle ricadute della pandemia da covid-19. I costi del servizio sanitario nelle Marche hanno registrato un aumento significativo nel 2020. Aumento che, in base a dati ancora provvisori, è proseguito anche nel 2021. In tale anno, la spesa a favore dei residenti è stata pari a 2.205 euro pro-capite, sostanzialmente in linea col dato medio delle RSO e lievemente inferiore a quello nazionale. Nel biennio le entrate ordinarie non sono state sufficienti a fronteggiare i maggiori oneri associati all’emergenza sanitaria. Si è pertanto reso necessario lo stanziamento a livello nazionale, sia nel 2020 sia nel 2021, di risorse aggiuntive (risorse covid-19).

Nel 2021 anche la dotazione del Fondo sanitario nazionale (FSN) è stata incrementata, rendendo più contenuto l’intervento con risorse straordinarie. Ulteriori risorse sono state assegnate alle Marche nell’ambito del PNRR, al fine di favorire il rafforzamento strutturale dell’offerta sanitaria in regione entro il 2026. Nel loro complesso, tali risorse forniscono disponibilità aggiuntive pari all’8,3% di quelle ordinarie assegnate alla regione nell’ambito del riparto del FSN del 2021. In rapporto alla popolazione residente sono pari a 166 euro (valore solo di poco inferiore alla media nazionale, su cui influisce la quota del 40% riservata alle regioni del Mezzogiorno).

Si tratta di fondi destinati a investimenti per la realizzazione di 29 case di comunità, 9 ospedali di comunità e 15 centrali operative territoriali. Alcuni interventi si indirizzano inoltre al rafforzamento tecnologico e digitale del settore sanitario.

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Le Acli si sono adoperate immediatamente per cercare di colmare il gap digitale emerso con la pandemia

Dobbiamo ricordare che le Acli si sono adoperate immediatamente per cercare di colmare il gap digitale emerso con la pandemia.

Infatti già a partire dal marzo 2021, con l’introduzione l’obbligo dell’identità digitale, alcune Acli provinciali, come quella di Fermo, hanno avviato un’iniziativa dove si è sono messe a disposizione degli ultra sessantacinquenni per istruirli digitalmente. L’iniziativa, che ha avuto avvio dalle di Acli Fermo, è stata ripresa e potenziata dalle Acli Marche. Quest’ultima ha riproposto nella provincia un progetto pilota sull’inclusione digitale, sui servizi di telemedicina e sulle minacce provenienti dalla rete che partirà a fine estate.

Tornando alle risorse sulla sanità queste potrebbero rilanciare la spesa per investimenti della Regione e degli enti sanitari rispetto ai valori osservati nel triennio precedente la crisi sanitaria: quando tale spesa risultava in media pari a 44 euro pro capite. Contro i 52 a livello nazionale. Nel caso in cui tali fondi venissero pienamente utilizzati nei tempi previsti, essi consentirebbero un incremento medio annuo di circa il 60% della spesa per investimenti rispetto ai valori registrati nella media del periodo 2017-19.

Secondo i dati della Ragioneria generale dello Stato, a fine 2020 l’organico complessivo delle strutture pubbliche risultava nelle Marche pari a quasi 21.000 unità.

Corrispondenti a 139 addetti ogni 10.000 abitanti (valore superiore al dato medio nazionale e, in misura più ampia, a quello delle regioni del Centro). Tenuto conto anche del personale che opera presso strutture private accreditate, la dotazione complessiva era di 153 addetti ogni 10.000 abitanti (143 a livello medio nazionale e 150 nelle regioni del Centro).

Nel corso del 2020 l’organico complessivo è rimasto sostanzialmente stabile. In particolare, l’aumento delle risorse a tempo determinato, ove si sono concentrate le assunzioni per il contrasto della pandemia, è stato controbilanciato dalla flessione degli addetti a tempo indeterminato. Flessione su cui hanno inciso i pensionamenti.

(*) Presidente Provinciale Acli di Fermo – vice Presidente Acli Marche

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