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di Guido Bianchini (*)

L’Osservatorio INPS sul Reddito e sulla Pensione di Cittadinanza (RDC/PDC), ha pubblicato i dati aggiornati, al 9 maggio 2022, del 1° quadrimestre del corrente anno. Nei primi quattro mesi del 2022 nel Paese i nuclei beneficiari di almeno una mensilità di RdC/PdC sono 485.264. Con 3.362.180 persone coinvolte.

Reddito di cittadinanza e Pensione di cittadinanza: i dati delle Marche

La situazione nelle Marche nel quadrimestre in esame: i nuclei richiedenti RdC/PdC sono stati 6.277 pari all’1,3% del dato nazionale. Nella tabella i nuclei richiedenti distinti per provincia.

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Nuclei familiari richiedenti RdC/PdC nelle Marche distinti per provincia

I nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC/PdC, nella regione, sono 18.150 con 37.026 persone coinvolte; l’importo medio mensile percepito è di euro 482,92. Dato inferiore a quello nazionale che risulta essere 558,17 euro.

I nuclei percettori di almeno una mensilità della Pensione di Cittadinanza sono 2.143 con 2.399 persone coinvolte e un importo medio mensile di 257,86 euro. Dato inferiore a quello nazionale che è 279,75 euro.

Circa le revoche, l’Osservatorio registra che i nuclei percettori di Rdc/PdC con almeno una revoca/decadenza in regione sono: nuclei revocati dal diritto 408, nuclei decaduti dal diritto 2.125.

Reddito di cittadinanza e Pensione di cittadinanza: i dati del solo mese di aprile 2022

La situazione dei Nuclei percettori di RdC/PdC nel mese di aprile 2022, sempre per la Regione Marche e tipologia della prestazione.

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Nuclei familiari richiedenti RdC/PdC nelle Marche nel mese di aprile 2022

Anche nel mese di aprile gli importi medi mensili delle prestazioni percepite sono inferiori a quelli nazionali poiché l’importo del RDC nazionale è di 588,40 euro e quello della PDC è di 270,53 euro.

Circa i Nuclei percettori di RdC/PdC nel mese di aprile 2022 per la provincia ascolana e tipologia della prestazione questi sono:

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Nuclei percettori di RdC nel mese di aprile 2022 nella provincia ascolana

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Nuclei percettori di PdC nel mese di aprile 2022 nella provincia ascolana

Il commento

In questi giorni la discussione sul reddito di cittadinanza si è riaccesa, alimentata da tante critiche, nonché da contrapposizioni ideologiche e/o politiche. La prima critica riguarda i beneficiari, secondo alcuni molti poveri mentre secondo altri i poveri non ci sono ma solo profittatori. La seconda, anche alla luce delle offerte di lavoro che ci sono ma che vanno deserte, è rappresentata dalla metafora del giovane, o meno giovane, sdraiato sul divano a guardare la TV senza motivazioni ed alcuna voglia di cercarsi un lavoro poiché fruitore di un reddito.

Certamente ci sono soggetti che ricevono il reddito senza averne diritto. Perciò è importante la lotta ai cd. furbetti attraverso una collaborazione degli enti e un utilizzo delle banche dati.

Infatti il recente bilancio delle attività della Guardia di Finanza delle Marche evidenzia che i controlli sul reddito di cittadinanza, svolti in collaborazione con l’Inps, hanno portato a denunciare 624 persone per compensi illecitamente incassati pari a 4,3 milioni di euro.

Ad ogni buon conto si ricorda che il Reddito di cittadinanza ha avuto un ruolo cruciale nel periodo di pandemia, sostenendo migliaia di nuclei familiari in condizione di disagio economico.

Oggi ci troviamo di fronte a nuove povertà, le cui trasformazioni meritano un’attenzione mirata e vigile. Tante sono le persone che entrano nel circuito della povertà e poche quelle che ne escono. Occorre guardare a questo strumento in modo concreto e pragmatico.

È nato per aiutare le persone in disagio economico; è un supporto economico in termini di servizi sociali e lavorativi rispondenti alla loro condizione. Non è una misura salva vita e/o risolutiva. Vuole assicurare un reddito a chi non ha nulla o ha un reddito totalmente insufficiente per una vita dignitosa.

Sicuramente il RDC richiede aggiustamenti, alcuni dei quali già presenti nella nuova legge di bilancio che recupera diversi squilibri.

Bisogna implementare i processi di inserimento lavorativo partendo dal programma governativo Gol (Garanzia di occupabilità per lavoratori) e il PNRR, che permette di migliorare gli incentivi al lavoro per chi è già occupato, e gli interventi per chi non è occupabile. Occorre favorire il rientro nel mercato del lavoro creando buona occupazione, solo così possiamo uscirne ma il mercato del lavoro non è ancora solido.

Sono circa 3 milioni le persone da collocare entro il 2025 (75% donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30 anni, lavoratori over 55 e persone con disabilità).

Devono essere sostenuti gli Ambiti Territoriali Sociali per favorire l’inclusione sociale con interventi coordinati tra tutti gli attori locali, al fine di definire una rete di welfare locale. Ed è necessario supportare e affiancare, un’ampia azione formativa e di consulenza. Bisogna rafforzare i servizi sociali, con strutture locali negli ATS con personale dedicato, in grado di dominare norme e risorse, e di saperle utilizzare al meglio.

I dati illustrati evidenziano la necessità di interventi adeguati a una povertà in evoluzione. La povertà in questo Paese è aumentata, non ci sono dubbi.

Più spese, basti vedere l’incremento dei costi di energia e gas, e quindi delle bollette, a fronte di redditi e pensioni non rivalutati, lavoro precario: ci sono sempre più persone che, inevitabilmente, hanno bisogno di ricorrere al reddito di cittadinanza.

I contratti sono scesi del 15% rispetto al 2019, e parlo di tutti i contratti in generale. Poi, nel 2021, si è ricorso nella maggior parte dei casi a contratti precari, quindi il lavoro non è migliorato in termini di qualità.

Per invertire la tendenza, occorre invece creare dei posti di lavoro regolati da condizioni contrattuali stabili.

(*) Guido Bianchini: Presidente Comitato provinciale INAIL di Ascoli Piceno

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