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Spiagge e caro ombrellone. In una estate da rincari in tutti i settori, anche andare al mare potrebbe riservare sorprese. Secondo le statistiche di Altroconsumo, Senigallia è la città low cost. Si spendono in media 129 euro in media, fra le file e per la settimana dal 31 luglio al 6 agosto.

Spiagge, Senigallia la low cost d’Italia

Quanto si spende per una settimana di ombrellone e lettino? È la domanda che si et posta Altroconsumo nella sua inchiesta per l’estate 2022. Hanno visitato 227 stabilimenti distribuiti in 10 località balneari italiane: Lignano, Rimini, Senigallia, Viareggio, Palinuro, Alassio, Gallipoli, Alghero, Taormina e Giardini Naxos e Anzio. Alassio la città più cara mentre Senigallia la più economica. Rispetto all’anno scorso comunque si pagherà in media il 10% in più per ombrellone e sdraio. Prima del Covid il posto in spiaggia era aumentato già del 17% in tre anni. 

Nella città di Alassio, facendo una media delle prime quattro file, si spendono 323 euro.  Dopo la città ligure, seguono Gallipoli con 282 euro, Alghero con 194 euro. Viareggio richiede in media 184 euro,  Taormina e Giardini Naxos 180 euro.  Palinuro 169 euro, Anzio 159 euro, Lignano 142 euro e Rimini 131 euro. La località più economica Senigallia dove si spendono in media 129 euro dal 31 luglio al 6 agosto.

Stabilimento balneare prima scelta 

Secondo l’indagine Altroconsumo svolta su un campione di 803 italiani di 25-79 anni, il 28% degli intervistati sceglie lo stabilimento balneare. Chi sceglie lo stabilimento balneare a pagamento lo fa in primis per l’equipaggiamento offerto. Tra le principali motivazioni c’è anche la sicurezza di avere il proprio posto. Allo stesso tempo anche avere i servizi di ristorazione della struttura e la possibilità di usare la doccia.

Agli italiani è stato anche chiesto cosa ne pensano della riforma delle concessioni balneari. Una liberalizzazione che va nella direzione indicata dall’Europa. Secondo l’indagine, le aspettative degli intervistati riguardo i risultati della riforma sono piuttosto negative. Più della metà (52%) pensa che le tariffe degli stabilimenti aumenteranno. Allo stesso tempo, non prevedono un miglioramento della qualità dei servizi. Secondo la maggioranza (65%), dopo la riforma, i servizi resteranno sugli standard attuali.

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