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Cupra Marittima protagonista di un nuovo ritrovamento archeologico. Nelle ultime ore, rivelata la presenza di frammenti di affreschi di III stile (inizi I secolo d.C.).

Cupra Marittima, rivelati affreschi inizi I secolo d.C.

Si sono concluse le ricerche da parte dell’Università di Napoli L’Orientale e a cura del prof. Fabrizio Pesando, presso la città romana di Cupra Marittima. Gli scavi, seguiti dall’archeologa Paola Mazzieri, hanno rivelato la presenza di frammenti di affreschi di III stile (inizi I secolo d.C.) all’interno della cella del tempio in località “La Civita”. Per molti una scoperta straordinaria e unica. Il territorio di Cupra Marittima era frequentato già nel corso del Paleolitico Inferiore e Medio lungo i terrazzi fluviali del Menocchia e dell’Aso. La sua storia nel periodo piceno riveste particolare importanza in relazione al santuario dedicato alla dea Cupra e l’area del Foro.

Nuove scoperte anche nel fermano

A luglio si è svolta una campagna di scavo archeologico sul fianco orientale del colle Girfalco a Fermo, nei pressi dell’abside della Cattedrale di S. Maria Assunta. Lo scavo è stato condotto in regime di concessione ministeriale dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’ Università di Napoli Federico II – Monte S. Angelo sotto la direzione di Marco Pacciarelli. Scavo realizzato in stretta collaborazione con la Soprintendenza per le provincie di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Le ricerche hanno permesso di mettere in luce e indagare una sezione stratigrafica in posto. In essa sono stati riconosciuti diversi strati, in prevalenza riferibili a un abitato della fase 3 della media età del bronzo (XIV secolo a.C.), e in parte forse al neolitico (VI-inizi IV millennio a.C.). Gli strati hanno restituito molti frammenti ceramici, alcuni dei quali recanti la decorazione incisa o intagliata tipica della c.d. cultura appenninica. Oltre a manufatti in selce e ossidiana, a resti di ossa animali, a carboncini, a semi. Le indagini hanno consentito di accertare la presenza di un abitato stabile dell’età del bronzo (e forse del Neolitico) sul colle del Girfalco.

 

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