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Casa Leopardi apre la Biblioteca all’arte contemporanea con la mostra “Io nel pensier mi fingo”. In esposizione opere di Tomaso Binga, Jeanne Gaigher, H.H. Lim, Maurizio Mochetti, Melissa Lohman, Patrizia Molinari, Adrian Tranquilli, Narda Zapata.

Casa Leopardi: la mostra “Io nel pensier mi fingo”

Nell’ambito dell’ampio progetto che nel 2019 ha inaugurato i festeggiamenti dei 200 anni di una delle poesie più amate della letteratura italiana, la famiglia Leopardi annuncia “Io nel pensiero mi fingo”. E’ la prima mostra del ciclo InterValli con la quale uno dei luoghi più prestigiosi della cultura italiana si apre all’arte contemporanea. Per intraprendere e proporre un viaggio polifonico tra i diversi linguaggi del presente e puntare così lo sguardo sulla costruzione del nuovo.

Partendo da uno struggente verso de L’infinito, il primo appuntamento di InterValli, realizzato con il contributo del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della Composizione de L’infinito, propone un itinerario intergenerazionale e internazionale con artisti nati tra gli anni Trenta e Novanta del secolo scorso. Artisti che si confrontano oggi con la figura di Giacomo Leopardi. E con l’atmosfera che ha animato il suo impareggiabile itinerario intellettuale.

Nata da un’idea di Olimpia Leopardi e curata da Antonello Tolve, l’esposizione “Io nel pensiero mi fingo” offrirà  una selezione di opere di Tomaso Binga, Jeanne Gaigher, H.H. Lim, Maurizio Mochetti, Melissa Lohman, Patrizia Molinari, Adrian Tranquilli e Narda Zapata.

casa leopardi

La contessa Olimpia Leopardi. Alle sue spalle, in alto, l’epigrafe con cui Monaldo apre la Biblioteca ai suoi concittadini nel 1812

La Famiglia Leopardi

“Gli spazi della Biblioteca Leopardi – ha spiegato la contessa Olimpia Leopardi teatro dell’esposizione temporanea, sono luoghi vivi. Non soltanto per il pubblico che ne fruisce o gli studiosi che ne consultano le opere, sono luoghi vivi soprattutto perché hanno continuato a produrre cultura nel rispetto dello spirito che li ha visti nascere. Ciò che ha sempre contraddistinto l’opera svolta dalla famiglia Leopardi, sin dal gesto rivoluzionario del conte Monaldo, padre del Poeta, di aprirne le sale ai cittadini nel 1812 è quello di rendersi luogo di scoperta. Territorio libero per un dialogo sul senso stesso della vita. Con questo spirito “Io nel pensier mi fingo” vuole essere un dono ai visitatori di Casa Leopardi. Un’occasione per permettere loro di scoprire la connessione fra discipline all’apparenza distanti, come la letteratura e l’arte visiva”.

casa leopardi

Recanati: Piazzola del Sabato del Villaggio con Palazzo Leopardi

Giacomo Leopardi, dallo Zibaldone

Sulla mostra, il curatore Antonello  Tolve scrive: “La forza evocativa del pensiero che si finge, diventa in questa esposizione spazio in cui la ragione lascia il posto all’immaginazione”.

E sulla forza dell’immaginazione il sommo Giacomo Leopardi in una pagina dello Zibaldone datata 30 novembre 1828, scxrive questo.

“All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose.”

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