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La saldatura dei metalli è un processo che consente di unire due o più giunti di un metallo, andando a fonderli tra di loro attraverso l’impiego di appositi strumenti.

Sin dall’antichità si usava fondere metalli, ma oggi, con il progresso tecnologico, le declinazioni di quest’arte sono infinite. Di seguito trovate tutte le informazioni sulla saldatura tramite laser e una panoramica sulle varie leghe metalliche e il loro punto di fusione.

La saldatura in oreficeria

Per ottenere una buona saldatura, sia dei metalli nobili sia degli altri, i fattori principali sono il calore, il saldante, ossia il metallo di apporto, e i fondenti.

Il calore

Le fonti di calore utilizzate nei processi di saldatura possono essere differenti: gas propano, gas metano, ossigeno, idrogeno/ossigeno, laser, ecc. Nei laboratori  di oreficeria più tecnologici si adotta la saldatura laser, ma sono ampiamente utilizzati anche il propano e l’idrogeno/ossigeno.

Il fondente

I fondenti prevalentemente usati nella saldatura sono:

  • borace
  • acido borico
  • cloruro di zinco

Si tratta di composti che permettono di abbassare il punto di fusione del metallo andando a svolgere un’azione antiossidante. Inoltre, qualora vi siano ossidi nel metallo, il fondente va a scioglierli.

Le tecniche di saldatura

La saldatura si può eseguire con metodi differenti, riconducibili a tre tecniche principali:

  • saldatura autogena: si esegue portando a incipiente fusione le parti di metallo da unire;
  • saldobrasatura: consiste nella precedente operazione con l’aggiunta di metallo di apporto sulle parti da unire (il metallo di apporto è lo stesso di quello principale) che andrà a creare un unico corpo;
  • brasatura: consiste nel fondere un metallo di apporto tra i due lembi da unire. La legha metallica di apporto avrà un punto di fusione inferiore rispetto a quello dei metalli principali, affinché se ne preservi l’integrità.

Come abbiamo già accennato, la tecnologia ha permesso grandi innovazioni in questo settore, rendendo possibile la saldatura laser, mediante la quale si possono unire e fondere parti di metallo utilizzando un laser. Si tratta della “saldatura autogena”.

La saldatura mediante laser

Il laser permette di appuntare parti di metallo tenendole vicine con le mani, senza bisogno di legature, garantendo una precisione al millimetro anche in presenza di pietre preziose. L’utilizzo del laser, quindi, consente maggiore praticità d’utilizzo e rapidità di esecuzione.

Per laser si intende un fascio di luce concentrato che scarica una grande energia sul metallo, che a sua volta provoca la fusione del metallo base. Un filo di acciaio compatibile con il metallo base viene quindi inserito tra il metallo base e il laser, andando a generare una fusione localizzata del metallo con il filo di acciaio. Appena terminato il processo di fusione il laser si raffredda in modo istantaneo. Il vantaggio dell’utilizzo del laser sta nella possibilità di circoscrivere il calore alla zona di lavoro, minimizzando gli errori e le possibili deformazioni.

Le leghe più usate nella saldatura laser

Nell’ambito dell’oreficeria, tra le leghe più adatte al procedimento di saldatura mediante laser, troviamo:

  • Oro: PdF (punto di fusione) a circa 1.064 °C
  • Argento: PdF a circa 961,8 °C
  • Acciaio: PdF a circa 1500 °C
  • Alluminio: PdF a circa 660,3 °C
  • Bronzo: PdF a circa 1020°C
  • Rame: PdF a circa 1.085 °C

Strumenti per saldare con laser

Per poter saldare con il laser occorre equipaggiarsi con appositi macchinari e attrezzature che variano a seconda della saldatrice che si utilizza. In ogni caso, un laboratorio di oreficeria deve essere dotato di:

  • saldatore laser;
  • apposito banco di lavoro;
  • blocco per saldatura;
  • pinzette per saldatura;
  • guanti protettivi;
  • lenti protettive per gli occhi.

Per quanto riguarda le lavorazioni che richiedono un’elevata precisione, il mercato offre diverse tipologie di micromotori da laboratorio con tecnologie miniaturizzate, che offrono compattezza, sicurezza e silenziosità, in quanto pensati per lavorare in assenza di vibrazioni. I micromotori sono dotati di elementi accessori quali: il cavo di collegamento tra la centralina e il motore, i manipoli di precisione e le apposite pinze. Le caratteristiche dei micromotori differiscono in base al modello, ma solitamente sono dotati di funzioni base come il controllo della velocità, la memorizzazione delle funzioni di lavoro, il controllo a pedale/banco, un’eccellente potenza anche a giri bassi, la possibilità di collocazione a parete, ecc.

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