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Diceva quel tale che un’Idea nuova, quando la senti per la prima volta ti fa ridere, la seconda ti fa arrabbiare, la terza ti pare ovvia. Io sono convinto che sia proprio così.

Prendi la storia delle 10 ore lavorative. Sembrava assurda. Poi la gente ha cominciato a pensarci e sono seguiti decenni di lotte. Oggi la giornata è di 6 ore e 40 e non c’è salotto buono che non abbia, tra gli arredi, un comunista irriducibile.

Invece, quando racconto la mia idea, nessuno ride né si arrabbia.

In genere, anzi, mi trovo davanti uno sguardo ondulato da ruminante a pesca sul lago. Forse la mia idea non è importante. Ma no: è la soluzione al collasso della sanità pubblica. E allora? Allora, c’è un problema di disturbo dell’attenzione.

Se Einstein vivesse oggi, il suo editore gli direbbe: “Albert, il suo lavoro sulla formula dell’energia è notevole, ma… sono tre pagine. Bitte, riduca a mezza cartella e pensiamo noi a far divulgare dal Gabibbo”.

Naturalmente un’idea nuova ha bisogno di tempo e concentrazione, sia pure per suscitare ilarità. Tuttavia c’è anche da dire che, in generale, delle idee non si avverte più il bisogno. Prendi la Pubblica Amministrazione. Milioni di cervelli pensanti demansionati a compilatori e fotocopisti. “Capo… ma io ho una laurea”. “Perfetto, dottore… cercavo proprio un responsabile per le copie fronte-retro”. Neanche l’azienda ha bisogno di idee, che preferisce comprare da un consulente e scaricare dalle tasse.

La politica, non ne parliamo. Vive di problemi: le soluzioni sono un pericolo mortale.

Insomma, oggi sfonda solo una app o qualcosa che fa guadagnare subito; però, più che di idee, si tratta di trovate. Un’idea nuova comporta una revisione dell’esistente, la fatica di entrare in uno scenario mentale diverso: occorre qualcosa che ci motivi ad un lavoro del genere, e non immagino proprio cosa possa essere.

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Che so, un gruppo di amici che decidono di vedersi regolarmente per un ‘pensiero cenato’…

Aperitivo cenato? No, meglio “pensiero cenato”

Forse si dovrebbero creare delle occasioni e dei luoghi dove incontrarsi e discutere a tema. Che so, un gruppo di amici che decidono di vedersi regolarmente per un ‘pensiero cenato’. Uno illustrerebbe la sua idea e gli altri interverrebbero a turno, tra antipastini e prosecco. Poi, però, ci sarebbe il problema di come far arrivare questa idea nelle stanze giuste. Allo scopo immaginerei una riforma costituzionale che abolisse il Senato per sostituirlo con una Camera di Riflessione, alla quale la gente indirizzerebbe le sue idee, aderendo ad un format prestabilito. Detta Camera, poi, proporrebbe le migliori soluzioni al legislatore.

Ma tutto sarebbe inutile se noi non recuperiamo la convinzione che le idee servono davvero. In una campagna elettorale, i politici avrebbero un’occasione d’oro per stupire la gente, senza consumarsi nelle polemiche reciproche, tirando fuori pensate originali. Invece è sempre il solito tiro alla tassa, facendo a gara a chi ne abbatte di più. Comunque, sono anche stufo di sguardi ondulati da ruminante a pesca: non ne reggerei un altro.

idea

…sparo col cannone laser a mostri arrabbiati che spuntano fuori in continuazione. Quando ne ho uccisi cento, mi sento stupido come prima. Ma vuoi mettere? Sono soddisfazioni…

Per cui metto da parte la mia idea e mi rilasso con uno sparatutto sulla play station. In fondo, la nostra vita quotidiana sta diventando l’ossessiva ripetizione di un videogioco, dove noi svolgiamo un ruolo in uno schema definito da altri ed immutabile. Non abbiamo sufficienti voglia, tempo ed attenzione per provare ad uscirne e ci smuove l’emozione solo un inciampo su un sentiero conosciuto, piuttosto che l’incognita di un bivio. Per cui sparo col cannone laser a mostri arrabbiati che spuntano fuori in continuazione.

Quando ne ho uccisi cento, mi sento stupido come prima. Ma vuoi mettere? Sono soddisfazioni…

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