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Vino settore in profonda sofferenza. Aumentano i costi ma la grande distribuzione chiede una moratoria sui prezzi per almeno 4-6 mesi. Una richiesta insostenibile per Federvini e Unione Italiana Vini (Uiv).

Vino, scintille tra associazioni di categoria e GDO

L’intero settore è in profonda sofferenza. Rifiutare oggi gli adeguamenti dei prezzi, già programmati, significa mettere a rischio la tenuta dell’intera filiera vitivinicola a monte della distribuzione. Secondo Federvini e Unione Italiana Vini (Uiv) è necessario avviare un dialogo schietto e fattivo lungo tutta la filiera. Serve condivisione e la collaborazione di tutti per affrontare la difficile situazione contingente. Il vino italiano sembra in buona salute, ma i continui aumenti dei costi delle materie prime, a partire dall’energia e dal vetro, rischiano di rabbuiare il 2023, già a rischio recessione.

La grande distribuzione resiste ad ogni ritocco di listino. In questi giorni sta chiedendo una moratoria sui prezzi per almeno 4-6 mesi. Una richiesta insostenibile, considerando che già nel 2022 le aziende del vino hanno assorbito gran parte dei forti aumenti di energia e materia prime. Continuare vuol dire perdere marginalità e redditività all’intero settore del vino.

Il commento

In questo modo siamo tra l’incudine e il martello” – dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini. “Ci chiedono di accettare aumenti anche del 20%-25%, come quello del vetro, che soprattutto oggi ci sembra ingiustificato. Visto che i prezzi energetici al momento sembrano sotto controllo, però vorrebbero che i nostri prezzi finali rimanessero invariati. È evidente che questa combinazione non può assolutamente funzionare e mette a rischio migliaia di piccole e medie aziende, dopo due anni di bassa redditività e costi crescenti”.

Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: “La congiuntura che va sempre più delineandosi minaccia da vicino un settore come il nostro. Siamo a cavallo tra un’escalation dei prezzi alla produzione. Un minor potere di acquisto da parte dei consumatori, con storici partner come la grande distribuzione e l’industria del vetro, che mostrano rigidità poco costruttive. Sarebbe invece importante potersi concentrare tutti assieme su possibili soluzioni”.

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