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La furia sterminatrice di Blanco sul palco dell’Ariston, vera o congegnata che fosse, tiene ancora banco: nelle case, nelle strade, sui media, sui social. E, come da copione, ha messo in ombra tutto il resto, canzoni comprese.

Certo, prendere a calci le rose vuol dire prendere a calci Sanremo, che è notoriamente la città dei fiori, come giustamente ha fatto notare qualcuno. Ed è grazie a Sanremo che Blanco è diventato ciò che oggi è, ha evidenziato qualcun altro. No, non il bambino capriccioso che molti accusano, ma il cantante straricco e strafamoso. Uno, cioè, che si permette di dare spettacolo in una maniera che solo il figlio e la moglie di Amadeus hanno visibilmente apprezzato. Con pochi altri, in verità.

Blanco: l’indignazione degli italiani

Fatto sta che l’indignazione per il comportamento del diciannovenne Riccardo Fabbriconi, in arte Blanco, dalla platea e soprattutto dalla galleria dell’Ariston si è diffusa rapidamente. Coinvolgendo una gran parte di italiani, persino fra quelli che non hanno assistito alla discutibile performance in diretta.

E ai pochi che sui social hanno provato a difendere il giovane bresciano ricordando che alcuni mostri sacri del rock hanno distrutto strumenti musicali durante i concerti, in molti hanno risposto che i mostri sacri in questione hanno rotto strumenti, certo: ma strumenti di loro proprietà. Inoltre, c’è da considerare anche che c’è un abisso incolmabile fra gente come Jonny Greenwood o Pete Townshend e il furioso Blanco, aggiungerei io.

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Da Rai 1 HD

Blanco: la denuncia del Codacons

Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente, dei diritti di utenti e consumatori, facendosi portavoce della comune indignazione, ha deciso di denunciare Blanco. E ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Imperia e alla Corte dei Conti chiamando il cantante a risarcire i danni prodotti alla Rai rispondendo del reato di danneggiamento.

“Al di là della volgarità del gesto e della sua inopportunità – scrive in una nota il Codaconsl’aver distrutto la scenografia del Festival potrebbe realizzare veri e propri reati. Perchè l’art. 635 del codice penale stabilisce infatti che “Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con la reclusione da uno a cinque anni””.

“Oltre all’aspetto penale – conclude l’associazione –  la distruzione operata da Blanco ha prodotto un evidente danno economico ai cittadini. La scenografia dell’Ariston, infatti, è pagata dagli utenti italiani che finanziano la Rai attraverso il canone, e il danneggiamento a vasi e fiori ha determinato uno spreco di soldi pubblici che ora l’artista dovrà risarcire”. 

Blanco, lascia stare le rose e vieni da noi

Oltre all’insperato picco di popolarità, con la sua guerra alle rose Blanco ha portato a casa anche un altro risultato. Un invito ufficiale da Amplifon, azienda che si occupa dell’applicazione e commercializzazione di apparecchi acustici, per un controllo gratuito dell’udito. Può capitare – si legge nel tweet – di non sentire bene anche sui grandi palchi. Da noi il controllo dell’udito è sempre gratuito ed è un gesto di pura prevenzione, che fa bene a tutte le età”.

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Dall’account Twitter di Amplifon SpA

 

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