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Dopo l’incendio dei giorni scorsi, il presidente della sezione ascolana di Italia Nostra torna ad occuparsi del Convento di San Domenico. Il professor Gaetano Ronaldi, infatti, ha scritto al sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti e al Soprintendente Marche Sud Giovanni  Issini la lettera che riportiamo. Lettera che contiene un accorato appello per salvare il prezioso complesso storico-monumentale.

Italia Nostra: la lettera del presidente Rinaldi

“E’ veramente triste – scrive il Presidente di Italia Nostra – constatare  la condizione di degrado e abbandono in cui continua a versare l’antico Convento di San Domenico, che nel corso dei secoli ha dato lustro alla città. Una sorta di cupa maledizione da tempo sembra perseguitare questo prestigioso edificio.

Così i capolavori, tra cui due splendidi polittici del grande Crivelli, che arricchivano la pareti della Chiesa del Convento, sono scomparsi e risultano dispersi nei quattro angoli del mondo. La stessa chiesa è stata completamente demolita e trasformata in un’anonima palestra scolastica.

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Carlo Crivelli, polittico di San Domenico (ora Demidoff) – National Gallery, Londra

Così come è andato distrutto “l’Altare di Travertino sotto cui” come ricorda Tullio Lazzari “riposasi il Venerabile Corpo del Beato Costanzo da Fabriano”. Scomparsa risulta, altresì,  la “copiosa Antichissima Libreria, sebbene ora alquanto diminuita  non senza dispiacere de’ Letterati” ancora presente quando lo stesso Lazzari visitò il Convento nel 1700.

Per fortuna rimangono ancora in piedi le mura e le aule per tanto tempo utilizzate per le attività didattiche di una scuola pubblica. Così come rimangono, forse, ancora in piedi l’elegante Chiostro nobilitato dagli affreschi di Sebastiano Ghezzi e il locale, probabile antico refettorio del Convento, dove era presente uno spettacolare affresco della Crocifissione dell’artista senese Nicola di Ulisse. Per comprendere l’importanza di quest’opera basta ammirare l’affresco il Calvario, dedicato dall’artista allo stesso tema, per un Chiesa della zona di Norcia in Umbria.

Purtroppo la maledizione che grava su  questo complesso insigne non sembra terminata, anzi: appare sempre più vigorosa e mortifera.

Tanto è vero che nulla si fa per evitare la totale distruzione dell’edificio, dove vandali malintenzionati pare possano entrare liberamente. Così come è avvenuto recentemente per appiccare il fuoco a tutte le immondizie  abbandonate nelle aule deserte.

Per fortuna bisogna essere grati ai Vigili del Fuoco che sono intervenuti con pronta sollecitudine e con la consueta professionalità prima che tutto andasse a fuoco. E la maledizione potesse produrre completamente il suo malefico sortilegio.

Chiediamo: è proprio impossibile evitare che i vandali possano entrare liberamente nell’antico prestigioso edifico? Ed è proprio impossibile liberare i locali dalle immondizie abbandonate?

Chiediamo ancora: esistono ancora gli affreschi del Ghezzi e quelli ancora più preziosi di Nicola di Ulisse e magari quelli nascosti  sotto gli intonaci e le tinteggiature nei locali utilizzati i per custodire i volumi della prestigiosa “Libreria” di cui parla il Lazzari?

Riteniamo che se si vuole realmente individuare un sentiero per rilanciare l’immagine e il ruolo della nostra Città, se ne debbano assolutamente conservare e valorizzare le immense Testimonianze di Civiltà.

E, a nostro sommesso parere, ciò che ancora rimane e il ricordo di quello che era il prestigioso Convento di San Domenico rappresentano di certo una Testimonianza insigne che va assolutamente conservata e tutelata”.

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