Montedinove sceglie di investire sulla memoria, sulla ricerca e sulla conoscenza condivisa. Il 27 dicembre, nel cuore dei Sibillini, prende ufficialmente vita il Centro Studi Storico Artistici di Montedinove, una nuova realtà culturale pensata per diventare punto di riferimento per studiosi, appassionati e cittadini. L’inaugurazione avviene con un convegno che guarda lontano nel tempo ma parla in modo diretto al presente: al centro dell’incontro ci sono Carlo e Pietro Maggi, architetti attivi nel Piceno nel XVIII secolo, protagonisti silenziosi ma fondamentali del patrimonio architettonico locale.
L’appuntamento è fissato alle ore 17.30 presso il Centro di Accoglienza Turistica di Montedinove, in un contesto che già di per sé racconta un’idea di territorio aperto, consapevole e desideroso di valorizzare le proprie radici.
Il Centro Studi Storico Artistici di Montedinove, un progetto per il territorio
Il Centro Studi Storico Artistici di Montedinove nasce con un obiettivo chiaro: raccogliere, studiare e divulgare la storia artistica e architettonica del territorio, con uno sguardo scientifico ma accessibile. Non un luogo chiuso agli addetti ai lavori, ma uno spazio di confronto dove la ricerca diventa racconto e la conoscenza patrimonio comune.
L’iniziativa si inserisce in un percorso più ampio di valorizzazione culturale che coinvolge l’intera area dei Sibillini e del Piceno, territori ricchissimi di testimonianze storiche spesso poco conosciute o date per scontate. La scelta di inaugurare il Centro con un convegno dedicato alla famiglia Maggi non è casuale: significa partire da una storia concreta, radicata nei luoghi, capace di raccontare come le influenze artistiche europee abbiano dialogato con le comunità locali.
Le informazioni ufficiali sull’iniziativa e sulle attività culturali del Comune sono disponibili sul sito istituzionale del Comune di Montedinove

Carlo e Pietro Maggi, architetti tra la Svizzera italiana e il Piceno
Carlo e Pietro Maggi appartengono a quella tradizione di maestranze e architetti provenienti dalla Svizzera italiana che, tra Seicento e Settecento, hanno attraversato l’Appennino portando nel centro Italia competenze tecniche, gusto compositivo e una visione architettonica aggiornata ai grandi cantieri europei.
Nel Piceno, i Maggi hanno lasciato chiese ed edifici civili che ancora oggi definiscono il profilo urbano di diversi borghi, contribuendo a costruire un’identità architettonica riconoscibile. Il loro lavoro si inserisce in quel flusso culturale che ha visto architetti ticinesi operare in molte regioni italiane, adattando linguaggi barocchi e tardo barocchi alle esigenze e ai materiali locali.
Una panoramica attendibile sul ruolo degli architetti della Svizzera italiana in Italia centrale è consultabile anche attraverso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani
Un convegno che unisce ricerca e divulgazione
Il convegno inaugurale del Centro Studi Storico Artistici di Montedinove vedrà la partecipazione di studiosi e ricercatori che ricostruiranno il percorso umano e professionale della famiglia Maggi. Non solo date e opere, ma contesti, relazioni, spostamenti tra la Svizzera italiana e il Piceno, in un racconto che restituisce profondità storica a edifici spesso osservati senza conoscerne l’origine.
Perché parlare oggi dei Maggi
Raccontare oggi Carlo e Pietro Maggi significa interrogarsi su come nasce un paesaggio architettonico e su quanto la storia dell’arte sia, in realtà, una storia di persone, viaggi e contaminazioni culturali. È anche un modo per rileggere il territorio con occhi nuovi, riconoscendo valore a ciò che quotidianamente attraversiamo.
Il convegno è pensato come un invito aperto alla comunità, non solo agli specialisti. La scelta di un linguaggio divulgativo ma rigoroso rispecchia lo spirito stesso del Centro Studi, che intende diventare un ponte tra ricerca accademica e cittadinanza.
Montedinove, cultura come scelta identitaria
In un momento storico in cui i piccoli borghi cercano nuove strade per restare vivi e attrattivi, Montedinove sceglie la cultura come atto identitario. La nascita del Centro Studi Storico Artistici non è un evento isolato ma un segnale chiaro: la storia locale non è un peso del passato, è una risorsa per il presente.
L’incontro del 27 dicembre rappresenta così non solo l’inaugurazione di un nuovo spazio di studio, ma anche l’inizio di un percorso che potrà generare nuove ricerche, collaborazioni e occasioni di crescita culturale per l’intero territorio piceno.
Un appuntamento da segnare in agenda, per chi ama la storia, l’architettura e quei luoghi in cui il passato continua a parlare con voce discreta ma profonda.









