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Il quotidiano economico Il Sole 24 Ore ha pubblicato il 1 dicembre 2025 l’edizione annuale della classifica sulla “qualità della vita” nelle province italiane. La vittoria va a Trento, seguita da Bolzano e Udine, confermando per l’ennesima volta il primato delle province del Nord-Est in termini di benessere complessivo. 

Tra le città metropolitane, positiva la performance di Roma, che guadagna ben 13 posizioni rispetto al 2024 e si attesta al 46° posto su 107 province, grazie a miglioramenti in vari indicatori economici e sociali. D’altro canto, nonostante resti la città marchigiana con la migliore performance, Ascoli Piceno perde ben 12 posizioni piazzandosi al 22 posto.

Cosa misura la classifica Qualità della vita 2025: i parametri del benessere

L’indagine si basa su circa 90 indicatori suddivisi in categorie come “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia e società”, “salute”, “giustizia e sicurezza”, “cultura e tempo libero”.

Per ogni territorio, viene misurata non solo la situazione economica, ma anche la qualità dell’ambiente, l’efficienza dei servizi, l’offerta culturale, l’accessibilità ai servizi sanitari e la sicurezza. Questo approccio multisfaccettato offre una fotografia complessa ma realistica di dove, in Italia, si vive meglio — e perché.

Le realtà in vetta, quelle in fondo e cosa cambia: uno sguardo sui temi emergenti

I risultati mostrano una prevalenza del Nord-Est nelle prime posizioni: Trento continua a distinguersi per stabilità, servizi, qualità ambientale e coesione sociale con un punteggio totale di 648,71 punti. Bolzano e Udine completano un podio coerente con le tendenze degli ultimi anni. 

Nel gruppo delle grandi città, Roma emerge come esempio di recupero: l’aumento nelle classifica deriva soprattutto dai miglioramenti in “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro” e “cultura e tempo libero”. 

Tuttavia, l’indagine conferma un dato ormai strutturale: il divario Nord-Sud resta marcato. Le province meridionali continuano a occupare gli ultimi posti, a causa di indicatori peggiori in sicurezza, occupazione, servizi e reddito medio. Difatti, il punteggio realizzato da Ascoli è di 599,05 punti, non abbastanza da non perdere posizioni. Tra gli indicatori che hanno aiutato a mantenere un posto così in alto rispetto al resto delle Marche abbiamo il numero di laureati e la cura del tempo libero e della cultura, mentre restano delle difficoltà nel settore turistico

Interessante notare che nella classifica per fasce d’età le province del Nord-Ovest e Nord-Est continuano a garantire risultati migliori per giovani, adulti e anziani, mentre al Sud la qualità di vita per famiglie e gioventù resta in affanno. 

Tra numeri e percezioni: cosa dicono i cittadini

Oltre ai numeri, l’indagine si basa sul concetto di percezione del benessere: quanto conta per i cittadini poter vivere in un territorio con servizi efficienti, aria pulita, lavoro, cultura, sicurezza. In molti casi la qualità della vita coincide con la possibilità di avere opportunità, stabilità e diritti difesi. 

Per chi vive in province come Trento o Bolzano, la classifica conferma uno stile di vita stabile e soddisfacente; per chi abita in aree più fragili, può essere uno stimolo a chiedere investimenti, servizi, cambiamenti strutturali.

La classifica qualità della vita 2025 offre un quadro articolato, utile per capire dove l’Italia funziona meglio. Ma ogni territorio, ogni persona, ogni famiglia ha una propria visione di “qualità di vita”: non basta un buon reddito o un buon sistema sanitario. Conta anche il senso di comunità, le relazioni, la cura del territorio, le opportunità.

Alla fine, la classifica è uno strumento — non un giudice. Un punto di partenza per riflettere, ragionare, migliorare. Perché vivere bene non è solo un numero: è un diritto, per tutti.

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