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Una folla di persone pronta ad attendere il verdetto della corte suprema a Washington per la sentenza sulla legalità dei matrimoni gay. E Obama lancia il suo fantastico tweet #loveislove. Il 26 giugno 2013 rimarrà indelebile nella storia americana come un giorno importante in cui la nazione ha raggiunto un traguardo fondamentale che rispetta il principio di libertà e uguaglianza degli individui. Sposarsi è coronare il sogno di una vita con la persona amata, difendendo l’amore che lega gli individui profondamente sinceri. Nel mondo però questa unione non viene vista da tutti allo stesso modo. Un diritto, un diritto di tutti. Il tutto per rispettare e far fede alla naturale concezione di famiglia che gli oppositori intendono come ufficiale. Per ora i matrimoni gay sono “legali” in Olanda (2001), Belgio (2004), Norvegia (2008), Portogallo, Islanda, Canada (2005), Argentina, Sudafrica, Israele. I matrimoni gay sono ammessi in molti stati del mondo, l’Italia ovviamente essendo un paese cattolico ha vietato l’unione tra persone mettendo etichette anche là dove di etichette non si dovrebbe parlare. Ma non dimentichiamo che la legge ecclesiastica stabilisce una regola fondamentale, pronunciata il giorno delle nozze: “non osi separare l’uomo ciò che Dio unisce” . Ai posteri l’ardua sentenza.