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L’omicidio Meredith continua a destare scalpore in tutto il mondo, sia a causa della scarcerazione di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito, sia per le prove prima inconfutabili poi confutabili che continuano ad emergere dal caso. I tre condannati in primo grado sono: Raffaele Sollecito, Amanda Knox e Rudy Herman Guede, presumibilmente coinvolti nell’omicidio e rispettivamente condannati a 25, 26, 16 anni di carcere. Dopo appena un anno dalla condanna di primo grado però, una notizia lascia tutti esterrefatti: la scarcerazione di Amanda e Raffaele.

Ora, dopo anni di indagini il Messaggero rivela che le risultanze della perizia del Ris durante il secondo processo d’appello sarebbero le seguenti: “ci sarebbero elementi tali da far ipotizzare la presenza del dna di Amanda Knox su quel minuscolo residuo, finora non esaminato, depositato sulla lama del coltello che è considerato, dall’ accusa, l’arma con cui venne uccisa Meredith Kercher. È l’indicazione che sta emergendo dalla perizia dei carabinieri del Ris di Roma, incaricati dalla Corte di Assise d’appello di Firenze dove si sta celebrando l’appello bis per l’omicidio della giovane inglese”. Gli esami sono iniziati due giorni fa e sono proseguiti per tutta la giornata di ieri, alla presenza dei consulenti delle parti. Per l’esito bisognerà attendere.