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Robert Johnson, il responsabile software del social, ha spiegato che non si è trattato di un attacco hacker, ma di un problema tecnico ed ha chiesto scusa a tutti gli internauti frequentatori di questo sipario sociale dichiarando: “dobbiamo prima di tutto chiedervi scusa, è stato il peggiore black out Facebook avuto in quattro anni. Mentre venivano condotte operazioni di manutenzione, abbiamo riscontrato un problema che ha impedito alcuni utenti di postare sulla propria pagina per un ristretto arco di tempo”. Facebook ha fatto riscontrare l’inaccessibilità in molti paesi d’Europa tra cui l’Italia, la Francia e la Germania.

I 500 milioni di utenti di tutto il mondo hanno avuto problemi di accesso e per questo motivo in molti sono stati costretti a vivere davvero una vita sociale: alcuni ragazzi hanno giocato a nascondino con gli amici, altri hanno riscoperto il piacere di trascorrere del tempo all’aria aperta, altri ancora hanno corteggiato la propria amata faccia a faccia. Scherzi a parte questo black out ha portato il concorrente Twitter a ironizzare con l’hashtag #facebookdown. Se solo tutto ciò fosse stato reale, provate ad immaginare una vita reale senza le costrizioni del social, che seppur volontarie diventano giornalmente un abitudine di tutti. Immaginate una vita come quella di dieci anni fa, in cui fare pranzo con gli amici consisteva nel mangiare, parlare, sorridere e non nel fotografare, postare, condividere.