Articolo
Testo articolo principale

Paola Mancini è stata coraggiosa nello scrivere “Lettere dal passato” (Lìbrati ed.), un romanzo che narra la storia di due ragazzi, ormai trentenni, che si incontrano e si innamorano in un passaggio fondamentale delle loro vite. Lorenzo, scrittore di successo, non trova l’ispirazione per affrontare il suo prossimo romanzo, mentre Margherita, giovane veterinaria, è alla ricerca di una nuova emozione che le faccia dimenticare il passato. Coraggiosa, perché è facile scadere nel sentimentalismo quando si decide di scrivere senza indugi di passione ed emozione. Invece l’autrice riesce con un semplice e originale artificio a contenere in un unico romanzo tre storie d’amore diverse. La scoperta di una vecchia corrispondenza unirà i due protagonisti in una passione intellettuale ed umana da cui scaturirà il nuovo libro di Lorenzo e ne usciranno entrambi rinnovati in una scelta di vita comune. Mancini dimostra inoltre di mettersi alla prova con la Storia del nostro Paese grazie a una doviziosa ricostruzione di quello che fu il Fascismo e la guerra attraverso le esperienze della borghesia dell’epoca. Nel finale, infine, un colpo di scena che solo un lettore perspicace può prevedere.

 

In realtà lei ha scritto due libri, o forse tre, se consideriamo anche la corrispondenza trovata dai due protagonisti Lorenzo e Margherita. Come è nata l’idea di questo romanzo? “Ero, effettivamente, proprio come il protagonista del romanzo, Lorenzo, in crisi di ispirazione. Esattamente come lui, ero seduta davanti al computer non sapendo come iniziare e così ho trasferito la mia situazione in questo personaggio (ovviamente diverso da me essendo lui di sesso maschile e giovane) e ho iniziato. Immedesimarmi in lui non mi è stato difficile, conosco abbastanza i giovani di quella generazione e poi il racconto è andato avanti un po’ per volta senza che io avessi ancora in mente una trama precisa”.

In questo libro ho riscontrato una grande capacità descrittiva ed evocativa dei luoghi in cui lei ha ambientato le diverse storie. Sono luoghi che conosce oppure sono frutto della sua fantasia? “Riguardo ai luoghi descritti, a parte Roma, una città che amo e Perugia dove ho studiato, non sono mai stata né a Santa Marinella, né in Germania e neppure alle Meteore, in Grecia; diciamo che ho lavorato un po’ di fantasia e aiutandomi con internet”.

Lei affronta un argomento di grande attualità: la crisi esistenziale, e di conseguenza dei rapporti umani, che vivono i giovani trentenni di oggi. A volte amo ripetere che la precarietà sociale ed economica porta inevitabilmente alla precarietà dei sentimenti. È d’accordo con me? Può parlarmi di come ha sviluppato i personaggi di Lorenzo e Margherita? “Lei afferma che la precarietà economica e sociale porta inevitabilmente alla precarietà dei sentimenti. Sono abbastanza d’accordo ma non completamente. È vero che la precarietà che vivono i giovani di oggi non aiuta i sentimenti, però trovo che alla base ci sia anche una sorta di ‘viltà’, i giovani hanno paura, vogliono prima la sicurezza economica, non sono abituati (e la colpa è anche un po’ di noi genitori che li abbiamo sempre troppo protetti) ad affrontare le incognite del futuro. Quelli della mia generazione si buttavano di più, e non era incoscienza, semplicemente si aveva più fiducia nelle opportunità che la vita poteva offrire”.

Roma, Santa Marinella, i rimandi a una vita passata e a famiglie borghesi, sono tutti elementi che contribuiscono a delineare la trasformazione della società italiana, specie della sua classe media. – Una nota personale da appassionata di cinema. Ad un certo punto ho pensato al film “La famiglia” di Ettore Scola, a quando partono tutti per le vacanze a Santa Marinella. – La scelta di parlare oggi di famiglie borghesi – se ammettiamo che esistano ancora classi sociali – è anomala. Come è nata l’idea? “Per quanto riguarda i richiami alle famiglie borghesi, credo che semplicemente siano state le letture e la mia età a sollecitarmi certe ambientazioni e suggestioni”.

Infine la Germania e la nuova emigrazione. Un dettaglio letterario utile al proseguimento della sua storia oppure un elemento che ha un significato per l’autrice? “La scelta di spostare in Germania una parte della storia è stata dettata da una necessità letteraria. Margherita doveva allontanarsi da Lorenzo, però non così lontano da non poter essere raggiunta”.