ASCOLI PICENO – Ex assessore alla cultura della giunta Castelli, Davide Aliberti ha deciso di scendere in campo e correre da solo contro tutti. Avvocato 58enne, si definisce in tre parole: “serio, giusto e leale”.
Perché ha deciso di candidarsi? “Per offrire un contributo alla città di Ascoli, secondo amore dopo quello per la mia famiglia per il futuro dei nostri figli”.
Il suo programma in una frase? “Un programma sostenibile a medio e lungo termine, finalizzato al bene comune nel rispetto dell’identità di servizio che soddisfi le esigenze della solidarietà e del sociale”.
La politica in un aggettivo? “Servizio come massima espressione della carità cristiana”.
Il suo comune in un aggettivo? “Depresso da una desertificazione voluta”.
Cosa vuol dire fare il sindaco? “Essere il primo servitore della città senza privilegi e con immense responsabilità”.
Si va al ballottaggio, con chi si allea? “Con le persone serie che vogliono aprire una nuova stagione in città”.
La promessa che fa ai suoi elettori? “Essere sempre vero e trasparente, onesto e leale mantenendo ogni impegno assunto”.
La prima cosa che farà da sindaco? “Mettere in pratica la questione morale, primo punto programmato della mia azione amministrativa costituendo la cassa di solidarietà abbattendo privilegi, finalizzando ogni azione alla trasparenza, impegnando più risorse per il lavoro”.
Una bugia per un voto in più? “Mai, altrimenti sarei il politicante che combatto da sempre come civico”.
Dica una cosa di sinistra… “Sociale”.
Dica una cosa di destra… “Sociale”.
A cena col nemico? “Non ci andrei anche se ho solo avversari e non nemici”.
Il libro della vita? “La Bibbia”.
Il film cult? “Un borghese piccolo piccolo”.
La colonna sonora della sua campagna elettorale? “L’amicizia tratto dal brano di Ennio Morricone”.
Un appello agli elettori? “Votate l’uomo di parola e non di parole, basta sostituire una vocale per cambiare Ascoli”.
Un augurio ai suoi avversari? “Che credano sempre in quello che dicono e dicano sempre quello in cui credono”.
