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ASCOLI PICENO – Il virus 5 Stelle invade anche il piceno e Massimo Tamburri si candida a primo cittadino di Ascoli con il Movimento pentastellato. Quarantadue anni, si occupa “di ricerca e consulenza di marketing, insegnamento, traduzione e mediazione culturale, marketing interculturale, in particolare con la Cina” e in tre aggettivi si definisce “curioso, analitico e pratico”.

Perché ha deciso di candidarsi? “Perché non sopportavo più di lamentarmi e basta, e non sopportavo di vedere la disonestà, l’arroganza e l’incompetenza distruggere la nostra città, perché è ora e passata di cominciare a lavorare seriamente per il futuro”.

Il suo programma in una frase? “Con un nuovo metodo, la partecipazione reale dei Cittadini, superiamo il sistema clientelare e pianifichiamo il futuro mettendo in discussione l’attuale, fallito, modello di sviluppo”.

La politica in un aggettivo? “Cambiata (per sempre, dal m5s)”.

Il suo comune in un aggettivo? “Sottostimato”.

Cosa vuol dire fare il sindaco? “Ascoltare, sintetizzare, organizzare, decidere… un’enorme responsabilità”.

Si va al ballottaggio, con chi si allea? “Nessuno, è un divieto che abbiamo e condividiamo, perché non ci sono partiti che possono arrivare al ballottaggio e siano estranei all’attuale sistema clientelare che blocca lo sviluppo di Ascoli come dell’Italia”.

La promessa che fa ai suoi elettori? “Di non fare promesse personali, ma di agire per unire la Comunità cittadina e insieme affrontare la difficile sfida che abbiamo davanti”.

La prima cosa che farà da sindaco? “Parlare con i dipendenti comunali, e far capire che siamo una Comunità e non possiamo più permetterci il sistema attuale, ognuno deve fare la sua parte di lavoro: a partire da loro , dall’orgoglio di lavorare per una Città meravigliosa, Ascoli può ripartire”.

Una bugia per un voto in più? “No”.

Dica una cosa di sinistra… “Destra e sinistra, almeno da 20 anni, sono categorie usate per frodare gli elettori, per nascondere un sistema unico in cui tutti i partiti sono uniti per gestire il potere, per nascondere che il modello economico in cui aveva senso questa distinzione è fallito”.

Dica una cosa di destra… “Non siamo di destra, non siamo di sinistra, siamo avanti”.

A cena col nemico? “Cercherei di capire cosa lo spinge a mentire e a ignorare le sofferenze della Comunità”.

Il libro della vita? “Ricerche filosofiche di Wittgenstein.

Il film cult? “Barry Lindon”.

La colonna sonora della sua campagna elettorale? “Chopin, Led Zeppelin”.

Un appello agli elettori? “Votate non per amicizia o parentela, ma pensando bene a chi può davvero cambiare le cose. E non limitatevi a votare, ma partecipate, controllate cosa fanno gli amministratori, portate idee e competenze per la Città. La crisi è pesante, ci strangola, costringe i ragazzi a emigrare o a vivere sulle spalle dei genitori, costringe a tagliare i servizi di supporto sociale, fa crescere la criminalità, e siamo già in ritardo nell’affrontarla”.

Un augurio ai suoi avversari? “Che si ravvedano, non c’è felicità nella menzogna”.