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ASCOLI PICENO – Gli Abetito Galeotta tra storia e leggenda. E’ così che nasce “Il brigante Piccioni”, brano dell’ultimo disco ‘Cambi di Stagione’ e che per vede protagonista Giovanni Piccioni, celebre brigante ascolano e fervido sostenitore dello Stato Pontificio negli anni subito precedenti l’Unità d’Italia.

UN PO’ DI STORIA – Ma chi era Giovanni Piccioni? Ripercorriamo brevemente le gesta di questo brigante per chi non conoscesse adeguatamente la storia de “il terrore della via Salaria”. Siamo negli anni che precedono l’Unità d’Italia, quando in tutta la penisola le attività di brigantaggio sono all’ordine del giorno. A capo di oltre 4000 paesani nella provincia di Ascoli c’è Giovanni Piccioni, fedele allo Stato Pontificio e contrario all’unificazione della nazione. Dopo una strenua resistenza alle truppe piemontesi, le ‘mantelle blu’ guidate dal generale Pinelli rasero al suolo ben 16 paeselli del territorio ascolano in meno di 24 ore. Era il 12 gennaio 1861, anche il parroco di Mozzano fu brutalmente ucciso sul portone della sagrestia (ancora oggi è possibile vedere i buchi dei proiettili). Qualche anno dopo Giovanni Piccioni fu arrestato e costretto ai lavori forzati presso il Forte Malatesta, dove morì nel 1868.

IL NUOVO VIDEOCLIP – Gli Abetito Galeotta hanno allora voluto rendere omaggio a questo personaggio storico. A fare da cornice alla canzone, un video-documentario diretto da Federico De Marco e girato interamente nei luoghi simbolo della vita di Giovanni Piccioni: i boschi di Montegallo, le stradine di Mozzano, le celle del Forte Malatesta. Un videoclip che ripercorre – in circa cinque minuti – i tratti salienti e gli aspetti cruciali della figura di questo brigante. E poco importa se in maniera piuttosto paradossale la canzone sia stata concepita proprio in occasione dell’anniversario per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Parte del merito della realizzazione del video viene condivisa con l’Associazione Officina del Sale di Mozzano. L’Associazione, presieduta da Giuliano Cipollini, ha infatti aperto un museo sul brigantaggio e ha messo a disposizione degli Abetito Galeotta tutti gli strumenti necessari alla realizzazione del video: dai costumi dell’epoca alle armi, senza dimenticare il supporto logistico decisivo per ricreare in maniera verosimile le scene e gli ambienti dell’epoca.

RIVALUTARE I NOSTRI TERRITORI – C’è però anche una nota negativa in questa bella iniziativa nata dalla sinergia di più persone. A lanciare l’allarme sono Marco Pietrzela e Manlio Agostini, due dei membri (insieme ad Alessandro Corradetti, Andrea Carlini e Simone Biancucci) degli Abetito Galeotta: “Nel video è presente anche il celebre Albero del Piccioni. Si tratta di un platano secolare, inserito nell’elenco degli Alberi Monumentali Italiani. Anche se quella del brigante che vi si nascondeva per compiere razzie è solo una leggenda, si tratta comunque di un’eccellenza del nostro territorio. Eppure non è adeguatamente conservata. Quando abbiamo girato il videoclip, intorno al platano c’erano siringhe, vestiti, calze. Sembrava una pattumiera. E’ inammissibile”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Angelo Alfonsi, membro dell’Associazione Officina del Sale: “Nel 1989 il Comune di Ascoli aveva organizzato l’iniziativa ‘Girobus dell’arte’. Per tutta l’estate ogni giorno si potevano effettuare gite nei territori periferici per mostrare ai turisti le bellezze di contorno della città. L’iniziativa però non si è mai ripetuta, con la conseguenza che le particolarità e le attrattive dei comuni limitrofi non sono adeguatamente messe in risalto. E’ un peccato per tutto il territorio”. Speriamo vivamente che chi di dovere possa trovare una soluzione a questi problemi. Il video degli Abetito Galeotta verrà intanto presentato venerdì 6 febbraio alle 21 presso la Cantina dell’Arte e sarà poi visibile su Youtube.

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